Odio Su Tela: già a partire dal geniale monicker, questa band di Cremona mi è piaciuta subito. L'indice di gradimento ha subito un paurosa impennata dopo aver ascoltato questo six tracks di debutto. Una tirata d'orecchie, l'unica e la sola, per la dicitura sotto il logo della band; "100% Italian Metalcore" è assolutamente fuorviante, visto che i sette musicisti suonano tutto tranne che metalcore. Probabilmente, è stata fatta questa scelta perché, nel 2005 - anno di fondazione della band - il metalcore era un genere hot, di punta, quindi andava sfruttato questo discorso d'immagine. Di conseguenza, poderosa tirata d'orecchie a questi giovini rockers, che rimettono subito le cose a posto, grazie ad un lotto di canzoni veramente toste. Brani che si basano su un crossover moderno, che prende le normali influenze che ogni band culla gelosamente, plasmandole con il proprio gusto e la indiscutibile abilità nel songwriting; altro pregio è il cantato in lingua italiana, praticamente perfetto nel contesto musicale creato dai sette. La band è composta dai vocalist Raffaele e Michele, i quali prediligono un uso normale delle proprie corde vocali, salvo appestare sporadicamente le liriche con growls non eccessivamente profonde; le due chitarre, Rudy e Davide, creatori di un wall of sound davvero imponente, con ritmiche circolari tanto care al nu metal. La sezione ritmica, formata da Alberto al basso e da Mattia alla batteria, è precisa e coesa nel fornire un manto instabile e terremotante; consiglio spassionato, date più spazio al basso, magari slappando a nastro in alcune sezioni e/o vergando pesantemente come è solito fare Fieldy ( KoRn ), credo che le canzoni trarrebbero solo benefici in tal senso. L'ultimo elemento della lineup, che comunque non ha suonato sul disco occupandosi del mixing dell'intero lavoro, è Cristiano, manipolatore di suoni. Con tutte queste caratteristiche, avrete capito che la band suona un genere bello variegato, ricco di sfumature - anche diversissime tra loro - perfettamente amalgamate, ottenendo una mistura deliziosa. L'opener "Senza Spazio" si snoda lungo un riffing secco, dal forte sapore KoRniano, ma sono subito le linee vocali a strappare l'attenzione dell'ascoltatore: linee pulite, senza grattare e/o vomitare sul microfono, esplodono in un chorus che riecheggerà a lungo nelle vostre testoline. Bello il testo, un bel dito medio a tutti quelli che abbassano la testa, omologandosi alla massa come caproni puzzolenti. Il calore tipico del reggae ( sisisisi, avete letto bene!!! ) ci invita al cospetto di "Tenebra", un brano dal sapore più rock oriented, sempre contraddistinto dalla bella prestazione dei due cantanti. Ottima la prova del batterista e grandissime le aperture melodiche che stemperano la tensione - ok, brano più rock oriented, però quando pestano, questi lo fanno duramente, eh! - rendendo il brano un vero e proprio camaleonte stilistico. "...Del Silenzio" parte con un riff che al suo interno ha delle tracce riconducibili agli Offspring ( quelli pre rincoglionimento, chiaramente, anche se non è una band che amo alla follia... ) e per un attimo tutte le mie certezze hanno vacillato. Ma era solo un falso allarme, infatti questo è probabilmente il brano migliore del disco, una vera killer application, se mi passate la definizione, con un chorus da urlare a pieni polmoni ed un finale in crescendo da pogo sfrenato. L'incipit di "Il Tuo Posto Peggiore" è Slipknot al 100%, quindi personalmente godo e mi bagno come un riccio, ma la canzone è un continuo alternarsi tra sfuriate tipiche dell'Iowa e break melodici molto catchy. La band si concede un pò di grezzume con "Maschere Che Piangono", song dal tiro bello pesante e poco incline al ragionamento, cosa che invece non avviene nella conclusiva "A(f)fondo", più articolata nel suo svilupparsi, strizzando ancora un occhio ai nove di Des Moines, soprattutto nel drumming assassino di Mattia. Nota di merito per la band che allega al cd anche il videoclip di "Senza Spazio", filmato artigianalmente ma ugualmente gradevole. Quindi, terminato l'ascolto, posso dire in assoluta tranquillità che la band di Cremona suona ottimamente il proprio crossover, ed è d'obbligo per ogni aficionado del genere avvicinarsi a quest'opera. Con la speranza di poter sentire al più presto nuove composizioni, mi complimento e promuovo a pieni voti questo "Odio Su Tela".
Contatti: www.odiosutela.com
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