Copertina 5

Info

Anno di uscita:2009
Durata:12 min.
Etichetta:Casket Music
Distribuzione:Plastichead

Tracklist

  1. CARESS
  2. EVERYTINGH I PAINTED YOU
  3. SWALLOW
  4. WORDS CANNOT PENETRATE

Line up

  • Stefano Wosz: vocals & guitars
  • Enrico Tiberi: guitars & keyboards

Voto medio utenti

Questo “The Paper Days” è la nuova fatica degli Edenshade, band che ci aveva impressionato, e di molto, con il precedente “The Lesson Betrayed”, disco multiforme e variegato che sapeva miscelare in maniera sapiente svariati approcci e stili.
Dopo un profondo cambiamento di formazione il leader Stefano Wosz ci regala quello che dovrebbe essere l’antipasto di un prossimo full-lenght, con quattro canzoni per la durata totale di dodici minuti.
Sebbene il materiale a disposizione sia poco per dare un giudizio definitivo, a parere di chi scrive, il sound sembra essersi edulcorato, teso verso soluzioni melodiche facili e scontate, con una netta diminuzione dell’aggressività, sebbene bilanciata da un discreto flavour modernista.
L’iniziale “Caress” è una canzone anonima, che lascia il tempo che trova, a differenza della successiva “Everything I Painted You”, la quale riesce a dosare bene melodie, stavolta un po’ più ricercate, e assalto sonoro, con patterns ritmici quadrati e quasi robotici.
Swallow” è una brevissima ballad, anonima, che prelude alla conclusiva “Words Cannot Penetrate” dove la band sembra tirare fuori un po’ di cattiveria e convinzione, anche dal punto di vista compositivo, riportandomi alla mente certe cose dei Disarmonia Mundi.
Il giudizio conclusivo su questa release è che essa è all’incirca mediocre, segnando un deciso passo indietro rispetto al recente passato. Non che manchino gli spunti positivi, vedi la conclusiva track, ma la band sembra peccare di convinzione nei propri mezzi, e forse ciò è dovuto anche al cambio di line-up. Per dire, ma la voce di Stefano, qui per la prima volta dietro un microfono, non mi convince appieno.
Tanto premesso, pare, tuttavia, che la band abbia ancora tempo e modo per raddrizzare le cose. Glielo auguriamo.


Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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