Che la Sicilia in campo estremo sia una vera e propria fucina (ogni riferimento al dio Vulcano è puramente casuale) di idee non lo scopriamo certo oggi. I Delirio Occulto non sono gli ultimi arrivati, essendosi formati nel 2003 dalle ceneri dello storico combo Opus In Flames, e hanno quindi una certa dimentichezza a muoversi nell'underground della loro terra. Ma è la prima volta che si cimentano nella produzione di un lavoro completo, basato sulla loro ricerca introspettiva nel lato oscuro dell'animo umano.
Devo iniziare col precisare che questo non è un lavoro per tutti, e anche chi si ciba tutti i giorni di pane e black metal avrà le sue belle difficoltà nel digerire la musica dei Delirio Occulto. Non certo per la pesantezza o la velocità, ma proprio per quella capacità di aver riprodotto in musica sensazioni altamente sgradevoli e fastidiose... e questo è certamente un punto a loro favore, in quanto il sound scelto dalla band siciliana si sposa completamente con il concept fatto di rabbia, dolore, pazzia, disperazione. Le canzoni sono difficili da seguire nel loro incedere nervoso e imprevedibile, numerosi sono i cambi di tempo e gli stacchi responsabili del disorientamento dell'ascoltatore. Anche per quanto riguarda le emozioni evocate, variabili tra momenti di totale aggressione e brevi sprazzi di lucidità che fanno intendere la possibilità di una speranza. Buona anche la prova strumentale della band, sempre all'altezza del songwriting. Purtroppo la produzione, seppure chiara e ben bilanciata, non è in grado di rendere giustizia all'atmosfera oscura e opprimente creata dai Delirio Occulto, risultando troppo asciutta. Ma questo è un difetto che si può correggere con l'esperienza... mentre la coesione e la coerenza trovate dal quartetto non sono certo cose che si imparano facilmente solo con il passare del tempo. Aspetto altre conferme da questa interessante realtà!

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