La lunga lista di aggettivi che ho utilizzato per cercar di definire il genere suonato dai veterani Lunatic Gods (ricordo che “The Wilderness” è il terzo full length… il primo era uscito per l’italiana Polyphemus… chi la ricorda?) potrebbe non esser sufficiente. Infatti l’estrema e complessa matrice musicale proposta da questa band ceca sembra non conoscere limiti. Ad ogni nuova traccia si incappa in qualche novità, sorpresa. Indubbiamente parlando dei Lunatic Gods dobbiamo far riferimento innanzitutto al death metal ed al black… ma senza farci legare più di tanto da tali denominazioni. In “The Wilderness” tutto è stato concepito per non far mai annoiare l’ascoltatore; i due cantanti si alternano con stili differenti, dal black screaming al death growling style sino al cantato in molti frangenti pulito. I brani, ora cadenzati, ora velocissimi, sono infarciti di inserti musicali astrusi alla tradizione di base dalla quale i Lunatic Gods partono… ma, attenzione… non si tratta di un gruppo che riprende il sound folk delle proprie origini. Val la pena citare gli ospiti che accompagnano la band, soprattutto nella ultime tre tracce (le più geniali), ossia Jirko al sitar, Lucy alle tastiere, Natanel al didgeridoo e alla drumbla, ed infine il cantante Sanchez (solo nella song “The Wilderness”), dalla voce pulita e molto evocativa. “The Wilderness” non è un disco per tutti, ma la sua estrema eterogeneità dovrebbe stuzzicare la menti dei più arditi. Va comunque ricordato che una decisa base melodica accompagna i brani, soprattutto quelli più atmosferici; quindi, nonostante la decisa anticommercialità di un prodotto come questo, non è detto che vi sia comunque la possibilità per la band di creare un vero nucleo di appassionati anche da noi. L’apice compositivo del CD sta proprio negli ultimi tre brani, dove addirittura abbiamo parti soliste di sitar e ritmiche death che si accompagnano a matrici musicali orientali. Peccato per l’orribile copertina in stile splatter (infatti, visto tanto orrore, in un primo momento avevo pensato ad un gruppo brutal di serie z), che non rende assolutamente l’idea della ricchezza musicale del contenuto, e per i testi onestamente insignificanti (introspettivi e pessimisti sulla sorte del nostro mondo…). Resta il fatto che, anche grazie ad una discreta registrazione, “The Wilderness” risulta un CD interessante e certamente degno di esser ricercato, ascoltato, capito.
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