A solamente un anno di distanza dal seminale "Scream Bloody Gore", un disco che finalmente concretizzò la nascita del death metal, i
Death dell'attivissimo Chuck Schuldiner fanno uscire il secondo album
"Leprosy": presentato dalla splendida copertina frutto del genio di
Ed Repka (che curò anche la copertina del debutto e che realizzò anche il logo della band), il secondogenito in casa Death riprende il discorso proprio da dove era stato interrotto: Schuldiner firma otto brani di death metal d'autore, diretti e furiosi, anche se la band sembra aver imparato a gestire meglio il proprio potenziale distruttivo. I brani infatti appaiono più meditati e meno "rozzi", pur mantenendo intatta la furia primigenia del primo death metal, come è facile evincere dai solchi di pezzi come "Leprosy", "Left To Die", "Open Casket", "Born Dead", "Choke On It" e soprattutto la cadenzata "Pull The Plug" che ben presto diviene un classico della band floridiana. Il rifferama della coppia Schuldiner/Rozz è più chirurgico e preciso, spezzato da momenti solistici da Apocalisse che denotano l'influenza di formazioni quali
Slayer e
Possessed, mentre lo scream di "Evil Chuck" appare più maturo e incisivo. Tuttavia è difficile fare una graduatoria dei brani migliori contenuti in "Leprosy", un disco dalla qualità eccelsa per tutti i suoi 39 minuti, in cui sono sempre tematiche horror e gore a farla da padrone. La mano sapiente di
Scott Burns dietro al mixer dei
Morrisound Studio di Tampa (vera e propria fucina di capolavori del death metal nel periodo di massimo splendore del genere) fa il resto, e ci consegna un altro album epocale dei Death: se "Scream Bloody Gore" rappresentava i primi vagiti del death, "Leprosy" non fa altro che ribadire l'affermazione di questo nuovo genere che già aveva lasciato il suo marchio indelebile nel mondo dell'heavy metal.
La parabola ascendente di Chuck Schuldiner e della sua creatura è appena all'inizio, e negli anni e nei dischi a venire raggiungerà picchi che forse nemmeno "Evil Chuck" si sarebbe mai aspettato. "Leprosy" è quindi un altro tassello importante nell'evoluzione musicale dei Death, e che al momento della sua uscita nel 1988 conferma la band ai vertici dell'allora nascente movimento death metal.
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