Dopo due album all'insegna del death metal più ricercato e tecnico, nel 1995 i
Death (o meglio, Chuck Schuldiner ed i turnisti che lo accompagnano) danno alle stampe
"Symbolic" con il quale la band americana raggiunge la piena affermazione presso il grande pubblico. E forse non è un caso che questo accada quando il gruppo decide di discostarsi parzialmente dal death metal a favore di una specie di techno-thrash con qualche inflessione death, di certo ben più "ripulito" ed apprezzabile anche al di fuori della ristretta cerchia estrema: sempre accompagnate dallo scream lancinante di
Schuldiner, canzoni come
"Symbolic",
"Zero Tolerance",
"Empty Words" e
"Crystal Mountain" mantengono intatta la natura "progressiva" di "Human" e "Individual Thougth Patterns" ma la rivisitano alla luce di una maggiore ricerca melodica e di un appeal decisamente più accessibile. Riff contorti, cambi di tempo improvvisi, giochi di melodie tra le chitarre di Schuldiner e Koeldle ed il solito eccellente lavoro di fino di Hoglan alla batteria sono gli elementi vincenti di "Symbolic", ennesima cambio di pelle di un artista eclettico e versatile che ha sempre vissuta la musica come una continua ricerca e tensione verso il futuro. Unica pecca che potrebbe essere imputabile al disco è una produzione troppo fredda e pulita, decisamente adatta alla proposta musicale dei Death targati 1995, ma che inevitabilmente finisce con togliere quel calore e quella "spontaneità" che i dischi precedenti possedevano.
Al di là dei pezzi più famosi e già citati in questa stessa recensione, anche "Sacred Serenity", "1,000 Eyes", "Misanthrope", "Without Judgment" e "Perennial Quest" meritano una particolare menzione, in quanto tasselli fondamentali di un disco veramente ottimo.
Questa nuova svolta finì con il far storcere il naso ai fan di più lunga data, maggiormente legati ai trascorsi più puramente death metal del gruppo, pur consentendo ai
Death di allargare notevolmente il proprio bacino di utenza. A prescindere da quale delle due fazioni voi apparteniate, è innegabile come ancora una volta
Chuck Schuldiner abbia mostrato di essere tra le menti più geniali ed innovative del metal, proseguendo in maniera coerente e lucida lungo un percorso di continua crescita.