Mi sono imbattuto per la prima volta nei Dogface durante l'ascolto di "The Spirit Of The Black Rose", tributo allo scomparso Phil Lynott, dove avevano (ben) rifatto "Suicide". Ricordo ancora l'ottima impressione che mi aveva fatto il cantante, e solo dopo avevo notato che nella formazione svedese il ruolo era tenuto da un singer decisamente famoso: Mats Levén (Swedish Erotica, Abstrakt Algebra, Treat e sopratutto al fianco di Malmsteen). Con "In Control" i Dogface ribadiscono la loro passione per un Hard Rock che affonda le proprie radici negli anni '70 con innegabili rimandi ai Deep Purple (sicuramente un'ispirazione per il tastierista Anders Skoog), ai Led Zeppelin ed ai Thin Lizzy del già citato Phil Lynott. Non temete, non siamo di fronte ad un tedioso ripasso del passato, ci pensano il tiro e l'energia dei Dogface, con una prova superba di Levén e del chitarrista Martin Kronlund, che si segnala come il leader del gruppo, dato che non solo ha praticamente monopolizzato il songwriting, ma si è anche preso cura della produzione di "In Control". Il rapporto Dogface/Deep Purple, viene già testimoniato sin dalla rocciosa opener "Not Wanted", quindi da "To The Max", ma lo faranno poi anche "Look Into My Eyes" e ... vabbe' basta, potrebbe sembrare che i Dogface siano dei purple addicted! Ecco infatti che "I Believe" cambia il tiro (evvai con la band di Plant/Page!), anche se si tratta di una ballad troppo leziosa, così gli preferisco "Alone Again", più intensa e con un gran bel coro (diciamo alla Whitesnake), comunque la mia preferita è "Sleeping With The Enemy", up-tempo veloce e roccioso. Ora mi metterò alla caccia del loro debut album "Unleashed", e se spero che sia all'altezza di "In Control", sono altres' certo che era corredato da una copertina decisamente più accattivante di quella, veramente anonima, del nuovo album. Lo so che quello che conta è la musica, ma anche l'occhio vuole la sua parte!