New York Dolls - Dancing Backwards In High Heels

Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2011
Durata:87 min.
Etichetta:Demolition Records
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. STREETCAKE
  2. TALK TO ME BABY
  3. FABULOUS RANT
  4. I’M SO FABULOUS
  5. FOOL FOR YOU BABY
  6. KIDS LIKE YOU
  7. ROUND & ROUND SHE GOES
  8. YOU DON’T HAVE TO CRY
  9. I SOLD MY HEART TO THE JUNKMAN
  10. BABY TELL ME WHAT I’M ON
  11. FUNKY BUT CHIC
  12. END OF THE SUMMER

Line up

  • Sylvain Sylvain: guitar
  • David Johansen: vocals
  • Jason Hill: bass
  • Brian Delaney: drums
  • Frank Infante: guitar

Voto medio utenti

Viziosi, oltraggiosi, provocatori, precursori di tempi e tendenze, i New York Dolls furono tra i primi (tra-vestendosi con abiti e make-up femminili) a portare alle conseguenze estreme il concetto di ambiguità sessuale nel rock, e sotto l’attenta regia dello scaltro Malcom McLaren (che poi avrebbe raffinato la sua abile strategia con i Sex Pistols), rappresentarono una sorta di “cavia” per il movimento punk, a cui fornirono ispirazione estetica, artistica e attitudinale.
Avrebbero potuto (e forse pure voluto) davvero essere la risposta yankee ai Rolling Stones, con David Johansen e Johnny Thunders in grado di incarnare perfettamente il ruolo di american toxic twins (impresa riuscita a Joe Perry e Steven Tyler), ma non furono in grado di far fronte a quell’esagerato lifestyle che pure tanto li contraddistingueva e che finì per sgretolarli, riservando un tragico destino per parecchi degli originali interpreti di quella spericolata, dilaniata e degenerata mistura di r’ n r’, rhythm ‘n’ blues e melodie tipicamente british così ben rappresentata dai primi due album in studio del gruppo, veramente fondamentali per comprendere la storia del rock.
Thunders, Billy Murcia, Jerry Nolan e anche Arthur “Killer” Kane (l’ultima vittima di tale ecatombe, la cui morte è sopraggiunta quando la reunion del 2004 si era da poco concretizzata) non sono più tra noi, e con loro se ne sono andate le velleità da lipstick killers di una band che oggi non ha più nulla da dimostrare, lascia ad altri le pulsioni iconoclaste e ritorna alle origini del suono che l’aveva generata.
Coordinato dagli storici Johansen e dal chitarrista Sylvain Sylvain, corroborato da vecchie conoscenze (Frank Infante, conosciuto per la militanza nei Blondie) e forze “nuove” (Brian Delaney e Jason Hill, anche produttore del disco), “Dancing backwards in high heels” ci riconsegna una versione delle Bambole decisamente “matura” e “confidenziale”, intrisa di blues, funk e rock n’ roll “originale”, esibiti con la consueta dovizia e la caratteristica ironia e sfrontatezza, ma in una formulazione certamente meno elettrica ed impetuosa.
Johansen continua ad essere, benché avvizzito nel fisico, un front-man davvero carismatico e la sua voce da smaliziato crooner non può che farla da padrone anche in questo clima lieve e rilassato, in cui “Streetcake” appare come una seduttiva e pastosa forma di autocelebrazione (“I’m so sweet like the New York Dolls, mellow like a cello like Pablo Casals”), “Talk to me baby” e "I sold my heart to the junkman” sono frizzanti numeri in pieno ardore sixties (ricordiamo che “Too much too soon” fu prodotto da George “Shadow” Morton scopritore delle Shangri-Las!), “I’m So fabulous” e “Round & round she goes” sono vibranti R & R dominati dai fiati, “Kids like you” si manifesta come una liquida ed ebbra ballata vagamente Animals-iana, “You don’t have to cry” è un intermezzo sinfonico - acustico di notevole suggestione, “Baby tell me what I’m on” pulsa di pathos urbano e decadente, “Funky but chic” gioca col funky e con il R & B e “End of the summer” con il reggae, per un quadro complessivo piuttosto gradevole, anche senza la sua primordiale carica furiosa e perversa, presumibilmente poco “credibile” per un gruppo con un “vissuto” così importante.
Molto interessante, poi, il bonus Dvd incluso nell’opera, contenente un gustoso making of dell’albo, con interviste ai protagonisti e spezzoni delle registrazioni in studio in quel di Newcastle (città che viene gratificata anche da una breve introduzione turistico-musicale), e stralci (sono presenti in versione video “Looking for a kiss”, "Cause I sez so” e la mitica “Personality crisis”, mentre la stessa "Cause I sez so", "Funky but chic", "Hey Bo Diddley" e "Pills", fungono da commento musicale alla galleria d’immagini conclusiva) di un’esibizione al locale The Cluny, club in cui un folto pubblico accoglie con entusiasmo i “resti” rimaneggiati e ancora parecchio efficaci della leggendaria formazione americana.
Qualcuno potrà rimanere un po’ deluso dalla “nuova” fase dei Dolls, e forse questa “roba” non sarà particolarmente appetibile per le generazioni meno navigate, ma tutti devono grande rispetto per questi magnifici “perdenti” del rock (senza i quali molti dei campioni dell’hard e del punk rock non sarebbero stati gli stessi!), ancora vogliosi di suonare la musica che “sentono” propria con un’invidiabile classe e convinzione.
Recensione a cura di Marco Aimasso

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.