diciamo subito che ho grande affetto per questo disco per il periodo in cui e uscito comunque dickinson manca e come anche se sign of the cross lord of the flies man on the edge aftermath blood worlds hands non sfigurano affatto 20 minuti in meno e una produzione migliore potevano essere un passo ulteriore di undisco comunque sufficiente sicuramente superiore di quanto molti hanno sempre detto discreto blaze non ancora costretto a imitare bruce come poi in virtual
Poco brillante la prova dietro al microfono dello "scorbutico"Blaze Bailey. Lo stile non è quello dei trascorsi releases, ma i contenuti cambiano grazie all'incredibile bravura di songwriting del gruppo che riesce a creare composizioni rocciose rendendole allo stesso tempo melodiche ma varie nei riffs sorretti da una batteria terremotante.Peccato che 3/4 dei brani del secondo lato non abbiano la stessa presa dei precedenti