Per settimane, forse mesi, mi sono soffermato per lunghi momenti a guardare il dorso del cd pensando: "
Che faccio, lo recensisco? Cosa si può ancora dire che non sia già stato detto? Sarò in grado di rendergli giustizia?"
Lo prendevo e me lo rigiravo tra le mani, ammirando la sua copertina così evocativa, per poi riporlo sullo scaffale.
Dato che alla fine mi sono messo a scrivere, direi che la risposta, per quanto sofferta, me la sono data.
Rimane il fatto che ho trovato estremamente difficile, più di altre volte, approcciarmi ad un'opera così iconica, che tutti noi conosciamo. Tutti, giusto?
Chi non ricorda il giorno in cui circolò la notizia che
Thomas Börje Forsberg, colui che era stato
Quorthon, e quindi che era stato i
Bathory, se n'era andato a soli 38 anni, dopo aver contribuito in modo decisivo alla nascita non di uno, ma di due generi del metal?
Il titolo di quale disco faresti tu, sì, tu che stai leggendo queste righe, se ti chiedessero una definizione di viking?
Ti verrebbe mai in mente di pensare che una voce sgraziata e quasi stonata, una pressoché totale assenza di tecnica e una produzione ai confini del fastidioso possano rappresentare non dei limiti ma dei canoni?
Che significato daresti a parole come epicità, tradizione, orgoglio, storia, rimpianto, paganesimo, fierezza, nostalgia?
Riusciresti a elencare tutte le band che, nei 30 anni successivi all'uscita di
Hammerheart, hanno scritto, suonato e pubblicato lavori che narrano del Valhalla, delle gelide lande del Nord, delle onde imponenti solcate dai drakkar, dei feroci guerrieri scandinavi che 1000 anni fa dominavano i mari e razziavano le coste, del Cristianesimo che si insinuò e poi soppiantò, lasciando di un'antica e maestosa gloria solo poche braci tenui, per quanto mai del tutto sopite?
Si può quantificare un debito di riconoscenza?
Si può identificare con certezza la linea di demarcazione che separa il prima dal dopo?
Si può immaginare che un uomo, nel breve tempo che la vita gli ha concesso, riesca a creare qualcosa di tanto grande da rivelarsi un lascito imperituro?
Tante domande.
One Rode To Asa Bay.
Recensione a cura di
diego