Finalmente un album in grado di farmi restare senza fiato per parecchi minuti e, sorpresa…è di un gruppo italianissimo! Gli Hyra vengono dalla Sicilia, terra restituita alla cronaca musicale da Agghiastru e i suoi molteplici progetti, e suonano un dark/prog metal che è impossibile da descrivere, tale è la pazzia e la genialità delle singole composizioni. Gli elementi che vanno a formare via via le varie canzoni spaziano tra sfuriate più tipicamente metal, parti psichedeliche, intermezzi tastieristici sempre azzeccati, riff funky e accenni jazz e “proggheggianti”, il tutto sorretto dal growl di Mauro (forse la cosa che mi ha convinto di meno di tutto il lavoro) e dalla splendida e versatile voce di Valentina. Ciò che stupisce maggiormente non è la tecnica dei singoli componenti (comunque eccezionale), ma la straordinaria abilità nel songwriting, anche considerato che questo è il loro debutto. Le canzoni crescono, si evolvono, modificano e recuperano nel modo più originale ed efficace che abbia mai sentito: non c’è un pezzo slegato da quello precedente, non c’è una nota fuori posto, un calo di tensione…niente! Alla fine ho quasi dubitato che il cd fosse vero, tanto era perfetto! E i difetti? Beh, innanzitutto la proposta degli Hyra è così complessa e lontana dalla commercialità, da richiedere moltissimi ascolti prima di iniziare ad essere compresa, ma sono convinto che il gruppo non potrebbe esprimersi altrimenti. Poi il vero punto debole di “Words Spoken After” è la produzione, poco potente…sono sicuro che con un po’ di grinta in più questo lavoro avrebbe potuto solo migliorare. Ma per il resto promossi a pieni voti, e io sto già sbavando per il prossimo album! Gli Hyra sono un gruppo italiano da supportare e da esportare orgogliosamente all’estero.
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