Dopo il passo falso rappresentato, a mio parere, da " Formulas Fatal to Flesh", si riaffaccia sulle scene il quartetto di Tampa. Certamente Trey Azagthoth e soci avevano molto da dimostrare con questo disco, non si può certo negare che l' abbandono di Dave Vincent (ora nei Genitortures) abbia privato il gruppo di una figura carismatica oltre che di un eccellente singer.
Il precedente lavoro, in effetti, risultava molto penalizzato da questa situazione ed il sostituto Steve Tucker, nonostante ce la mettesse tutta, non riusciva assolutamente a dimostrarsi all' altezza del (difficile) ruolo da sostenere.
Per questo ed altri motivi (i Morbid Angel sono stati uno dei primi gruppi estremi che io abbia mai ascoltato) la curiosità era ai massimi livelli mentre mi accingevo a premere il fatidico tasto 'play'.
Dopo un breve intro tutti i miei timori sono stati letteralmente spazzati via dalla foga di " Summoning Redemption", a mio parere un brano già maturo per entrare a far parte dei classici dell' angelo. La parola d' ordine durante tutto " Gateway to Annihilation" sembra essere " claustrofobia" a partire dalla produzione, sin troppo secca e fredda. Ascoltando pezzi come " He Who Sleeps" oppure " At One With Nothing" vi ritroverete a correre per gli intricati meandri della vostra insana mente inseguiti da chissà quali innominabili mostruosità.
Monolitici mid-tempos supportati da chitarre catacombali sono il biglietto di presentazione di questo disco, il tutto condito da un performance di Pete Sandoval semplicemente inumana, sono certo che in alcuni brani vengano toccate velocità di cassa mai raggiunte prima da essere umano, per non parlare dei tempi grind eseguiti durante "God Of The Forsaken".
Questa volta anche Steve non fa cilecca azzeccando una esecuzione dei brani, ed un modo di porsi in generale, finalmente personale e non più offuscato dall' ombra del suo illustre predecessore. Di questa ritrovata stabilità ho avuto definitiva conferma in quel di Wacken, dove i Morbid Angel, gli Entombed ed i Lock Up hanno decisamente dominato nell'ambito dei gruppi estremi (d' altronde alcuni dei membri di queste bands hanno contribuito significativamente a dare un senso alla parola "estremo").
Musicalmente abbiamo un ritorno a classici come " Angel Of Disease" o " God of Emptiness" senza, però, la freschezza di quei brani, e questo è forse l' unica pecca che posso imputare a " Gateway.....", un eccessiva staticità concettuale ed esecutiva. Certo, quando inserirete questo CD nel lettore sarà come essere investiti da un' autocisterna, ma se i precedenti lavori dei Morbid Angel non vi avevano mai esaltato, non sarà certo questo che vi farà cambiare idea, potremmo quasi arrivare a definirle questi quattro ragazzi come gli "AC/DC del brutal".
Quindi, se siete interessati alle sperimentazioni od a soluzioni moderne, sarà meglio per voi cercare su altri lidi, qui troverete solo una continua autocelebrazione, un feroce desiderio di immobilità, un imponente monumento alla coerenza.
Personalmente io credo che alcune bands più che suonare un certo tipo di musica lo rappresentino, i Morbid Angel, a mio parere, sono fra questi quindi vadano pure a quel paese le innovazioni e le nuove tendenze, l' angelo morboso è tornato da eoni di silenzio per punire coloro che erano usciti alla luce durante la sua assenza, gloria eterna agli Antichi!
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