Copertina 5,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2002
Durata:50 min.
Etichetta:Arise
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. THE KINGDOM
  2. KING WITHOUT A CROWN
  3. FALLEN ANGELS
  4. RIDING THE WEILIGHT
  5. DAYDREAMING
  6. WILLING TO BE FREE
  7. THE CALL OF WAR
  8. SINNERS AND SAINTS
  9. LOVE AND RECALL
  10. STEP BACK
  11. FREEDOM (BONUS TRACK)

Line up

Non disponibile

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Un fugace sguardo alla copertina suffragato dalla nazionalità della Label, mi aveva spinto a prepararmi ad un'altra dose di Metal "caliente" proveniente dalla Spagna. Per fortuna esistono le biografie e mi è stato così più semplice collocare geograficamente i Wizards, che sono brasiliani e con già tre album (di difficile reperibilità) alle spalle. Non è stato invece il caso di leggere la bio per inquadrare il genere proposto. E' evidente sin da subito come i Wizards si inseriscano nel filone Power Metal Melodico ricco di orchestrazioni e aperture neoclassiche, cantato con voce alta e pulita dal discreto singer Christian Passos. Nonostante si attenga a tutti i crismi del genere "The Kingdom" non riesce però proprio a convincermi. Già dalla copertina infatti, subodoravo qualcosa: una classica illustrazione fantasy, con in primo piano un castello e relativo campo di battaglia, e sullo sfondo i volti di Re, Principessa, la Morte, la Bestia, il Mago incappucciato... ma manca lui, il guerriero che brandisce la sua scure bipenne (in alternativa uno spadone!). Dite che ormai li avranno già utilizzati tutti e che l'ultimo rimasto sia toccato ai Majesty? Può essere, sta di fatto che se sono finito con il divagare invece di parlare di "The Kingdom" un motivo ci sarà pure. Purtroppo i 12 brani riescono raramente ad attirare la mia attenzione, e si salvano dall'anonimato solo la title track, ben ritmata con delle belle percussioni e che lasciava presagire a cose migliori, e l'accoppiata "Riding The Weilight" e "Willing To Be Free" con i loro cori accattivanti tra Edguy e Sonata Arctica. Si distanziano dal resto (ma in questo caso non in maniera positiva) anche "King Without A Crown" tanto helloweeniana quanto scontata e la banale "Love And Recall", ballad senza verve, rispetto alla quale l'altro lento "Daydreaming" fa un figurone. In chiusura la bonus track "Freedom", brano più complesso ed articolato, interessante ma nulla di eccezionale, che si segnala per un ottimo lavoro alla chitarra da parte di Kadu, ma che non mi sembra così ben affrontato da Passos. Un album riuscito a metà. Diciamo che se la forma c'e', è invece la sostanza a mancare. Eppure non riesco a scacciare la sensazione che potrebbe anche non dispiacere ai "fedeli" del genere!
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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