Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:1984
Durata:36 min.
Etichetta:Noise

Tracklist

  1. HEADBANGING MAN
  2. HEAVY METAL BREAKDOWN
  3. BACK FROM THE WAR
  4. YESTERDAY
  5. WE WANNA ROCK YOU
  6. LEGION OF THE LOST
  7. TYRANT
  8. 2000 LIGHT YEARS FROM HOME
  9. HEART ATTACK

Line up

  • Chris Boltendahl: vocals
  • Peter Masson: guitars
  • Willi Lackman: bass
  • Albert Eckardt: drums

Voto medio utenti

Si può affermare senza timore, che la prima metà degli anni 80’ ha rappresentato il periodo più fiorente per il metal classico, ma non solo. L’inizio dell’ascesa definitiva degli Iron Maiden, dei Metallica, il consolidamento musicale di band come Manowar, ma anche debutti di band che saranno poi fondamentali per il genere come W.A.S.P., Dio, Voivod, Yngwie Malmsteen, Queensryche, e molti altri.

I Grave Digger in questo gran calderone, non furono da meno. Nati nel 1980 per mano del vocalist Chris Boltendahl, la band riuscì, dopo tre anni di gavetta, a farsi notare dalla Noise Records con l’uscita della compilation “Rock From Hell: German Metal Attack” del 1983, dove figuravano anche i Running Wild che da lì a poco avrebbero debuttato, raccolta che diede la possibilità ai Grave Digger di ottenere un contratto discografico con l’etichetta e di poter pubblicare il loro primo album, “Heavy Metal Breakdown”, che vedrà la luce nell’anno seguente.

Dal punto di vista strettamente musicale, “Heavy Metal Breakdown” non suona per niente acerbo, definendo già dagli inizi la via musicale che la band avrebbe intrapreso. Suona chiarissima l’influenza di band come Accept nei due pezzi più famosi del disco, ma dei Grave Digger in generale, ovvero la Titletrack (che ruba in segreto il riff di Flash Rockin’ Man) dall’incedere anthemico, e “Headbanging Man”, riproposta in sede live ancora oggi, con un riff rocciosissimo e dove Chris Boltendahl usa un tono vocale basato più su un continuo uso di falsetto. Si sentono anche echi di un sound epico un po’ acerbo, come in “Back From The War” e “Legion Of The Lost”, sonorità che saranno poi riaggiustate in maniera più matura poi nei dischi degli anni 90’. Stona un po’ la cover di “2000 Light Years From Home” dei Rolling Stones, non eseguita male, ma che poco ci azzecca con i Grave Digger, mentre oltre ai riff robusti presenti in “We Wanna Rock You”, che riporta un po’ ai primi Scorpions, la semiballad “Yesterday” potrebbe risultare un po’ anomala, ma la band dimostra di saperci fare anche in contesti più “intimi”, con un bell’uso di tastiere per creare la giusta atmosfera. Chiude “Heart Attack”, dal ritmo Speed, e che conclude il disco nel migliore dei modi.

I Grave Digger esordiscono perciò già con le idee ben chiare in “Heavy Metal Breakdwon”, e seppur quest’ultimo non sia un album che faccia strappare i capelli, risulta un ascolto più che gradevole in preparazione a ciò che sarebbe venuto più avanti.

Recensione a cura di Francesco Metelli

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 20 mag 2021 alle 19:26

Sicuramente! Un debutto più maturo rispetto ad altre band dell'epoca, e un disco che andrebbe anche un po' riscoperto.. (:

Inserito il 20 mag 2021 alle 14:15

Purtroppo tutti pensano che i Grave Digger siano quelli da The Reaper in poi.. Questo è un caposaldo assoluto del metal tedesco..viscerale all’inverosimile oltre che di grande importanza storica. Bissarono la formula con l’altrettanto bello e importante Witch Hunter..

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