Old Stories
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Ritengo "
Death or Glory", leggermente superiore al suo predecessore, in virtù di una maggiore incisività di esecuzione ma soprattutto in fase di composizione. I
Running Wild già dall'opener "
Riding the Storm" si mostrano infatti più decisi che in passato, ma anche un brano dalla struttura più complessa, quale "
The Battle of Waterloo", ha una resa superiore di quanto fatto in precedenza l'altrettanto articolata e comunque valida "Calico Jack". Se come sempre i
Running Wild azzeccano cori e linee vocali vincenti, toppano clamorosamente su "
Renegade" brano che presenta un azzeccato stacco parlato e che non sarebbe male nel complesso, ma viene penalizzato da un refrain che definire orribile è poco.
Anche le parti strumentali sono più curate, certi passaggi si sono fatti più raffinati e sono presenti anche suoni atipici come ad esempio le cornamuse. Ma non preoccupatevi, c'è spazio anche per la cattiveria, con "
Raining Blood" pezzo dalle oscure atmosfere ma ad essere pignoli, con la base ritmica un po' troppo leggera. Solitamente è con i brani più sostenuti che i
Running Wild rendono al meglio, ed anche stavolta non si fanno eccezioni, grazie a "
Marooned", "
Tortuga Bay" o la title tack.
"
Bad to the Bone" è un brano più orecchiabile del solito, con un ritornello immediato, infatti viene scelto anche come singolo. La canzone più particolare è certamente la lunga ed articolata "
The Battle of Waterloo", rivisitazione della famosa battaglia che portò alla sconfitta subita da Napoleone, che sul piano musicale rappresenta il tentativo coraggioso e ben riuscito da parte dei
Running di non fossilizzarsi sulle solite composizioni e, giusto per fare un paragone "storico", con risultati superiori a quando i Maiden fecero con "Alexander the Great".
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