The Rivalry usciva giusto ventuno anni fa ...
E noi c'eravamo.
Primo album per i
Running Wild inciso per la
G.U.N. Records., e per prima cosa, incredibile!, noto che non si è verificata nessuna defezione. Ma le sorprese non sono finite, fortunatamente i
Running Wild riprendono il discorso intrapreso con "Pile of Skull" e "Black Hand Inn". I brani hanno nuovamente quel tocco caratteristico della band, speed e melodie fuse in maniera inconfondibile. Anche il songwriting rende onore a questo album,
Rock'n Rolf mantiene il quasi totale controllo della composizione, ma ha ottenuto ottimi risultati. L'intro "
March of the Final Battle (The End of all Evil)" ha parecchio in comune con "Chamber of Lies", ma "
Kiss of Death" o "
Fire & Thunder" hanno una loro personalità, con qualche influenza Hard Rock e con
Rolf bravissimo alle vocals. I brani nel più classico stile del gruppo sono parecchi da "
The Rivalry" dotata di uno stupendo riff, uno dei migliori pezzi mai inciso dai
Running Wild, a "
Resurrection" o "
Agents of Black", quest'ultima con
Michael in grande evidenza. Come già successo in passato a chiudere l'album troviamo il pezzo più ricercato dell'album, "
War & Peace" non eccessivamente lungo, ispirato alla letteratura, ovviamente a Leo Tolstoi. Il brano, molto ben realizzato, riesce a suggerire all'immaginazione dell'ascoltatore le atmosfere del romanzo, grazie sopratutto alle chitarre. Difficile scegliere il brano migliore tra questo e "
Ballad of William Kidd", altro brano ambizioso, questa volta ispirato alle gesta di un famoso corsaro, un mid tempo molto ben interpretato da un ispirato
Rock'n Rolf.
I
Running Wild sono tornati ai livelli che gli competono "... the time is right...".
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