Secondo episodio per la formazione di Rapallo (GE), seguito di “Enchiridion” concept-album ambientato tra le divinità egizie e dal buon riscontro di critica e pubblico. Anche questa volta con il presente “Unseen” ci troviamo di fronte ad un lavoro di concetto che si dedica alla riscoperta di lontane mitologie, nello specifico quelle sumere, ed evolve il discorso musicale in maniera originale seppur di difficile inquadratura. Lo stile dei liguri pare un collage di varie situazioni a tratti addirittura antitetiche tra loro, nel chiaro tentativo di trovare un’espressione unica e personale che tenga fuori il gruppo dalla facile e superficiale etichettatura. Sempre molto compassati e rarefatti, evidenziano basi gotiche oscure che permeano l’atmosfera del lavoro, accentuate dal costante uso della doppia voce: ieratica e carica d’echi quella maschile, suadente ed eterea quella femminile, un dualismo che intriga nell’opener “Night walking” ed in altre circostanze ma che forse viene replicato con troppa insistenza originando alla fine un senso di assuefazione. I ritmi si attestano su tempi lenti sfiorando in alcuni casi la nenia narcolettica ambientale, ma improvvisamente esplodono interessanti rilanci di gusto voivodiano, vagamente psichedelici e di costituzione molto più robusta, vedi l’ottima “Through the well” e la successiva “Lost in the sand” traccia più heavy e compatta del disco dove comunque non viene a mancare la ricerca di riffs e melodie non banali. Un procedere essenzialmente slegato ed altalenante non può non concedersi cali di tensione piuttosto marcati e passaggi a vuoto tipo la tracimante orchestralità classica di “Eyes”, sinceramente superflua, e deve pagare dazio ad una certa mancanza di coesione, di concretezza e solidità, come si fosse abbondato nell’inserire richiami eterogenei per ottenere il massimo dell’originalità invece di insistere sui punti di maggior forza, ma la conclusiva e lineare “Highest wind” molto ben velata di tristezza, mi fa credere che i Will’O’Wisp non abbiano ancora espresso il massimo del loro potenziale. Nel frattempo “Unseen” resta un disco di evoluzione e crescita, notevole anche se impegnativo e certamente non immediato, ma una formazione che non si ferma pigramente ai soliti schemi prefabbricati è comunque da sostenere.
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