1... 2... 3... un bel respiro e cerco di dimenticare l'importanza per il sottoscritto di un nuovo album degli
Stormwitch. "Dance With The Witches" ha oramai come unico membro originale il cantante Andy Mück, il quale, sebbene non abbia attorno a se nessuno dei membri originali e di quelli degli ultimi episodi usciti negli anni '90, è riuscito a ricreare la magia presente nei passati album degli Stormwitch.
Nell'attuale formazione troviamo qualche vecchio marpione della scena metal tedesca come Marc Oppold che ha militato nei simpatici Tyrant, e la coppia Alex Schmidt/Fabian Schwarz con un passato nei Tyran Pace. Credo però che sia molto importante, oltre ad Andy, la figura del chitarrista Martin Winkler, vero coartefice del ritorno degli Stormwitch. E' certo però che le chitarre facciano una bella figura su questo disco... a parte qualche scopiazzatura qua e là. Ho poi apprezzato la scelta di non seguire le ultime mode in campo Power Metal, e sarebbe stato facile, dato che l'attenzione sugli Stormwitch si era ridestata grazie alla cover di "Ravenlord" fatta dagli Hammerfall. Invece, dopo un'intro a metà tra Ennio Morricone e "2001 Odissea nello Spazio", "Man Of Miracles" si rivela un bel mid-tempo hardeggiante, con una linea melodia atipica, ma che personalmente non vedo bene come opener. Avrei piuttosto lasciato questo compito all'accattivante e veloce "Dance With The Witches", che risveglia i fantasmi del passato: dopo l'urlo iniziale mi aspetterei quasi sentire Andy cantare "Call of the Wicked". Dopo tanta vivacità, ecco che la componente Dark/Romantica del gruppo prende forma nella seguente "Jeanne D'Arc", cadenzata e con un feeling tetro che ben si adatta alle vicende della pulzella d'Orléans. E dimenticavo, con la presenza (non ingombrante) di una voce femminile. La doppia cassa di Oppold mette subito in chiaro che con "The Knights Of Light" ci si trova di fronte ad un up tempo roccioso e squadrato, stile primi Stormwitch, peccato però che il refrain non sia dei migliori. "The Devil's Bride" è un episodio inedito nel sound del gruppo, una fusione di atmosfere folk ed Heavy Metal, tra Running Wild, Skyclad e Gary Moore. Riuscito, uno dei brani migliori dell'album. Una delicata chitarra zeppeliniana ci introduce quindi alla prima ballad del disco, "Nothing More". In questo campo sono di gusti difficili, ed inoltre "Tears by the Firelight" è uno dei miei pezzi preferiti di sempre. Ok, non siamo a simili livelli, ma si tratta sicuramente di un lento venuto piuttosto bene. Stesso giudizio per due brani classici come "The House Of Usher" e "The King Of Terrors", mentre "Proud And Honest" mi ricorda maggiormente i tempi di "War of the Wizards". Gli Stormwitch pagano poi dazio ai Black Sabbath per il riff di "My World". Con "The Altar Of Love" arriviamo ad uno dei top del disco, articolato e sinuoso, sulla scia (ed ai livelli!) di pezzi come "Jonathan's Diary" e "Russia's On Fire". Alle dolci melodie di "Together" spetta il compito di chiudere l'album, sarà... ma secondo me troppo zucchero fa pure male!
Un album bello e coerente con il passato del gruppo, senza per questo suonare "vecchio", e qui parte del merito va sicuramente alla produzione del bravo Achim Köhler.
Non lasciate che bruci sul rogo!
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