Questo è un gran bel ritorno da parte degli Shy, forti del redivivo Tony Mills dietro il microfono, di ritorno dalla parentesi Siam dei 90s e dalla sua recentissima fatica solista "Cruiser".
Di questo "Unfinished Business" avevamo già avuto un assaggio qualche mese fa con l'ep "Breakaway".
I due brani inclusi "Breakaway" e "No Other Way", benchè segnalati al tempo in alternate versions, finiscono per differire ben poco sul full lenght, se non in parte per mixaggio (ora dal sound leggermente più diretto e pieno), per qualche arrangiamento in più e sicuramente per l'aggiunta di almeno un'ulteriore traccia di chitarra nelle ritmiche, atta a doppiare e corroborare quelle già presenti, ma senza intaccare in alcun modo, tutt'altro, l'inestimabile apporto di Paddy McKenna alle keys.
Vengono, così, rievocati i tempi di "Once Bitten.....", "Brave The Storm", "Excess All Areas" senza nessun tipo di scossone o sterzata. Pienissimi anni ottanta, insomma.
In definitiva un bene?
A lavoro ultimato, sì, senza ombra di dubbio.
"Unfinished Business" è un gran bell'album, che giova di un lotto di composizioni dal songwriting che gran parte delle bands del settore non possono assolutamente permettersi.
Eccoci, così, dinanzi ad un sound che è stato sempre marchio di fabrica degli Shy, quell'aor/hard rock fatto di tastiere heaven, raffinate, che si intrecciano, si fondono con l'ottimo, intelligente, tosto, melodicissimo chitarrismo di Steve Harris e con l'inconfondibile voce di Mills. Il tutto a costituire una sfoglia arricchita e sottolineata da dolci vapori arpeggiati, stoppati dal ritmo invitante e melodie tastieristiche.
Grandi brani.
...Niente evoluzione? No contaminazioni?.....e chi se ne frega, signore e signori!
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