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Agent Orange", datato 1989, è da molti considerato un disco di culto per il Thrash Metal teutonico, e si può dire che a tutti gli effetti sia uno dei lavori più iconici di tutto il genere, e sicuramente tra i più importanti, se non il più importante, per la discografia dei
Sodom.
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Agent Orange" segna il punto di svolta della band, che sul finire degli anni 80, proseguendo il percorso già iniziato con "Persecution Mania"(1987), ovvero il cambio delle tematiche e l'alleggerimento delle tendenze Black dei primordi, ben presenti nel fondamentale – per il metal estremo e in particolar modo per la seconda ondata Black – "Obsessed By Cruelty" (1986).
Il disco è un concept album incentrato sulla guerra, in particolar modo quella del Vietnam.
Per capire la collocazione intellettuale del trio teutonico nei confronti della guerra, basti la dichiarazione di intenti implicita nella dedica del disco: "
to all people - soldiers and civilians - who died by senseless aggressions of wars all over the world" (“a tutte le persone - soldati e civili - morti nelle insensate azioni di guerra in tutto il mondo”). Così come dare una lettura più approfondita al testo della canzone "
Ausgebombt": "
no trade with death, no trade with arms, dispense the war, learn from the past" (“niente affari con la morte, niente affari con le armi, rifiuta la guerra, impara dal passato”).
Troppo spesso si tende a confondere il sound, l'iconografia e i temi trattati da una band, come una presa di posizione a favore del tema stesso, in tal caso la guerra. Forse a volte può essere così, o si può rimanere nel dubbio a causa dell'ambiguità di certe band, ma questo non è certo il caso dei
Sodom, i quali hanno sempre trattato il tema bellico al solo scopo (come si evince da varie interviste al frontman
Tom Angelripper) di mettere sotto i riflettori un argomento scomodo e atroce, che quasi tutti noi vorremmo relegare ad un mero "factum" di poco conto, a qualcosa che si svolge lontano dal nostro mondo quotidiano – seppur indirettamente spesso ne siamo coinvolti –, quasi fosse un evento cinematografico o una finzione.
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Agent Orange", invece, porta con sé tutta la maleodoranza e velenosità dell'Agente Arancio utilizzato dall'esercito americano nella guerra del Vietnam, per distruggere le foreste che offrivano riparo ai Viet Cong.
Un pugno diretto allo stomaco di tutte le coscienze assopite.
Cercando di scendere nel dettaglio dell'aspetto musicale, possiamo affermare, senza timor di smentita, che ci troviamo di fronte ad un disco compatto e omogeneo nel suo insieme, sia sul fronte compositivo che su quello della produzione. La linearità delle canzoni viene spesso spezzata da cambi di ritmo densi di groove, talvolta conditi di echi rockeggianti (soprattutto in fase solistica), che tengono alta la suspense dell'ascoltatore donando dinamismo a tutto il platter.
La produzione, affidata ad
Harris Johns, sotto l'egida della storica etichetta
SPV/Steamhammer, considerando l'anno di uscita, 1989, è ottima; sicuramente una delle migliori di tutto il Thrash Metal teutonico di metà 80's. I suoni sono ben calibrati, ruvidi, ma non da semi scantinato o da garage bootleg; le linee di chitarra di
Frank Blackfire risultano correttamente esaltate e dominano incontrastate tutto l'album. La batteria di
Chris Witchhunter accompagna egregiamente il riffing forsennato di Blackfire, risultando sempre ben udibile in tutti i suoi fill devastanti. Ottima anche la prova con la doppia cassa. La voce di
Tom Angelripper, una sorta di mezzo scream, risulta sempre ben in evidenza con tutta la sua carica esplosiva, in grado di rendere irresistibile i refrain – essenziali – dei brani che compongono "
Agent Orange", a partire proprio dalla title-track. Forse l'unica pecca – ma soltanto se si valuta con i canoni odierni, poiché per l'epoca era già più che sufficiente – è il suono del basso, affidato anch'esso a
Tom, che come avveniva in molti dischi, risulta leggermente in secondo piano. In ogni caso riesce pur sempre ad emergere in alcuni brani, penso per esempio all'hardcore dalle tinte Motorheadiane di "
Ausgebombt".
Effettuando un volo d'angelo sulle singole tracce che compongono questo lavoro, possiamo segnalare la splendida “
Agent Orange", la quale dopo un inizio con un memorabile mid-tempo esplode con un riffing velocissimo estremamente esaltante, in grado di travolgere in pieno l'ascoltatore. Anche se ad essere sinceri si sente una certa influenza dei colleghi "Assassini" della Bay Area, gli Slayer di "Reign In Blood" (1986). Influenza ben udibile in vari passaggi del disco, come per esempio nella seminale "
Tired And Red", con un certo particolare uso del tremolo picking, e in alcune linee vocali che hanno contraddistinto i colleghi d'oltreoceano. Così come si sentono echi degli Slayer in brani come la furibonda "
Incest".
Una buona prova anche con la più cadenzata "
Remember The Fallen" e la tellurica "
Magic Dragon".
Di "mestiere" e poco più, invece, risulta essere "
Exhibition Bout". La chiusura delle danze viene affidata alla furibonda, e già citata in precedenza, "
Ausgebombt" e alla violenza Thrash, in puro stile teutonico, di "
Baptism of Fire".
A fine disco è possibile ascoltare anche la pregevole cover di "
Don't Walk Away" dei Tank (dall'omonimo EP del 1981), band che insieme a Motorhead e Venom è accreditata dai
Sodom come una delle loro principali influenze musicali.
Un disco estremamente importante per la storia dei
Sodom, e per quella del Thrash Metal in generale... immancabile sugli scaffali di tutti gli appassionati del genere.
Recensione a cura di DiX88