Gli americani At All Cost potrebbero sembrare, a prima vista, uno dei tanti gruppi metalcore senza arte né parte che, da qualche anno a questa parte, Century Media e Metal Blade, per cavalcare l’onda di questo genere, ci propinano in tutte le salse.
La realtà è invece che questa band, giunta alla seconda release, è spiazzante, vuoi per il sound che, partendo dal metalcore, si arricchisce, via via che le undici tracce di questo “Circle Of Demons” scorrono, di venature disparate, vuoi anche per il songwriting, il quale spesso è “obliquo”, non convenzionale, ricordante certe cose care a Devin Townsend (la conclusiva “Drugs” potrebbe averla scritto benissimamente lui).
Il sound della band spesso regala occasioni dove le melodie, lungi dall’essere conformi allo standard imperante, assumono contorni che, se decontestualizzati dall’aggressività dominante dovuta agli screaming, potrebbe essere foriera di hits da urlo, passabili tranquillamente anche da MTV. Badate bene che non parlo di melodie facilone, ma di passaggi melodici, spesso con voce filtrata che sembrano rubate a Dave Gahan in uno dei suoi rari momenti di felicità. Parlo ad esempio di “The Message”.
La seconda parte del disco ci porta poi su territori più cibernetici, con massiccio uso di elettronica e patterns che rimandano agli Strapping Young Lad di “Alien”, ma in un contesto meno chirurgico e più umano. Parlo di pezzi come “Step One” e “The Wall That Divides”.
Il risultato complessivo è un disco godibile, non originale ma sicuramente per certi aspetti innovativo, dove non manca nulla, visto che c’è death e thrash, c’è elettronica, ci sono atmosfere oscure e decadenti, c’è persino qualche pezzo che gioca a non prendersi sul serio, come “Eating Lightning Pt. III”. Chi è stufo della solita solfa potrebbe trovare negli At All Cost un rimedio niente male.
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