"Spite Extreme Wing", un nome che non tarderà ad entrare nelle grazie dei cultori del black metal più crudo e privo di fronzoli, ricco però di convincenti atmosfere; il terzetto nostrano, composto da membri di Antropofagus e Sotis, e capitanato dal factotum Argento, si presenta sul mercato con il validissimo "Magnificat", lavoro che raccoglie 13 brani, quasi tutti orientati su velocità d'esecuzione veramente estreme, tratti da quattro differenti sessioni di registrazione svoltesi fra il '98 ed il 2002. E' così apprezzabile la notevole evoluzione della band che, pur essendo partita da un sound decisamente banale e derivativo, ha saputo col tempo guadagnare una dimensione personale ed accattivante, merito anche dell'indovinata scelta di usare la lingua italiana come mezzo d'espressione, e non quella inglese abbandonata poco dopo le registrazioni degli esordi. La proposta sonora non è lontana dal sound dei soliti nomi: i Darkthrone dei tempi d'oro e, soprattutto, gli Enthroned ed i Dark Funeral di "Secrets Of The Black Arts", soprattutto per ciò che concerne l'uso delle rade melodie ed il feeling generale, decisamente "nordico". A differenza di molti "gruppi clone", però, gli Spite Extreme Wings mostrano in più occasioni, entrambi gli episodi di "Lotusbluthen" ad esempio, di possedere un sound ben riconoscibile, debitore in alcuni casi anche ai maestri Celtic Frost ed ai primi Bathory, e di essere in grado di farsi notare anche suonando un genere che, ultimamente, ha mostrato la corda in più di un occasione. Un lavoro onesto, ben suonato, soprattutto per quanto riguarda la prova del drummer, e decisamente "evil", l'ideale per chi non abbia voglia di perdere tempo dietro alle cosiddette band "volute" e desideri entrare in possesso di uno dei pochissimi dischi black metal "old style" degni di nota pubblicati negli ultimi tempi.
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