Devo dire che sulle prime sono stato parecchio stupito dall'accoppiata genere-cantante di questo album: infatti trovare un certo George 'Corpsegrinder' Fisher su un album che dalla biografia viene descritto come Death Melodico era un qualcosa che non mi aspettavo.
Ascoltando questo terzo full lenght degli statiunitensi questa definizione risulta solo parzialmente veritiera. Infatti quello che troviamo qui è una distesa di oscurità, di death di scuola Obituary, che ogni tanto viene lacerata da fasci di luce melodici ispirati al primo periodo del death svedese. Inserti che tra l'altro vanno rarefacendosi man a mano che ci si inoltra nel disco.
Abbiamo cosi un disco con le prime tracce dove la componente melodica sovrasta lo spirito ruvido del gruppo senza riuscire a soffocarlo totalmente e un finale di disco in cui i ruoli si invertono. A condire il tutto ci sono inserti thrashy che purtroppo non riescono nell'intento del dare più varietà alla proposta.
Il risultato non è malvagio ma purtroppo non convince totalmente. Spesso le buone idee vengono soffocate da scelte discutibili o cambi non totalmente riusciti e purtroppo le canzoni non lasciano molto il segno. Il "big" di turno non risulta incisivo anche perchè sicuramente quelle presenti qui non sono certo le migliori linee vocali che gli sia mai capitato di dover interpretare.
Insomma non certo un disco imprescindibile e che non diventerà un classico ma che può comunque risultare apprezzabile per gli amanti di certe sonorità.
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