Finalmente, dopo due anni di silenzio (a parte il singolo uscito qualche mese fa), tornano i Lacrimosa con un full lenght album...e lo fanno in maniera bizzarra ed inconsueta, dando alle stampe un album molto intimista, che cresce mano a mano che ci si addentra nel lavoro, song dopo song, tenuti per mano dalla classe cui il combo svizzero certo non difetta: non è un caso che la prima traccia, la bellissima 'Kyrie' sia una song strumentale (anzi, forse sarebbe meglio dire una ouverture...) di circa 13 minuti, ove la musica sinfonica la fa da padrone, quasi a testimoniare l'intenzione (che poi si rivelerà apparente) di Tilo di rimanere ermetico nel contesto di 'Echos'. Ed è proprio Tilo che stupisce più di tutto e tutti, essendosi sobbarcato il lavoro di scrivere la musica, i testi, gli arrangiamenti (e fin qui normale) ma anche la produzione del platter, riuscendo in maniera egregia in tutti e 4 i campi...ed Anne, mi chiederete voi...beh, anche lei sorprende, cantando, come mai prima, come nella toccante 'Apart', forse la song più emozionante del lotto, così carica di pathos e di delicata tenerezza. Il lavoro globale dell'orchestra assoldata per 'Echos' è notevole, spiccando in 'Eine Nacht In Ewigkeit' e nella più intensa 'Sacrifice' (Tilo in questa song canta in maniera affascinante ed avvolgente), per chiudere con il requiem finale (un'altra sberla da quasi 13 minuti) 'Die Schreie Sind Verstummt', ove il piano trasporta l'ascoltatore su lidi lontani, nebbiosi, ma allo stesso tempo definiti e cristallini. Un ottimo comeback per il combo svizzero, meno diretto di 'Fassade', forse meno tormentato e più sereno (se di serenità si può parlare per i Lacrimosa), ma non per questo non meno valido, anzi...ricercato, pomposo con gusto e teatrale con cuore.
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