Grand Alchemist - Intervening Coma-Celebration

Copertina 8

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2003
Durata:47 min.
Etichetta:Sound Riot
Distribuzione:White 'n' Black

Tracklist

  1. FACED (INTRO)
  2. A NAILED VISUAL EFFECT
  3. DOWN AGAIN
  4. INCURABLE LONGING
  5. APPROACH (OPEN THE SHELL)
  6. INTERVENING COMA-CELEBRATION
  7. SENSEMACHINE
  8. PSYCHE AND A FLOWER TO THE NEW LIFETIME
  9. MINDS DELUSION SLEEPS FOR CREATION
  10. SOLEMN AND SOPHISTICATED
  11. UNDER MY SHALLOW SKIN
  12. SNAP UP THE RAW OF EXISTENCE

Line up

  • Sigurd Dybing: vocals, guitars, keyboards
  • Terje Stangeland: guitars
  • Roland Johnsen: bass, vocals
  • Kristian Stoelan: drums

Voto medio utenti

I Grand Alchemist fanno parte di quella schiera di musicisti, affascinati dall'evoluzione sinfonico/orchestrale degli ultimi Dimmu Borgir e decisi a portare ogni volta un passo più in là l'intero movimento artistico di questa moderna corrente del black. In più i nostri quattro provengono anche dalla fredda Norvegia, patria proprio del black e terra che, artisticamente parlando, sta sfornando negli ultimi anni delle vere e autentiche perle (Arcturus, Winds, Kari, ...) di sperimentazione e avanguardia. In questo caso sto parlando di musica non nuova, non originale, non innovativa ma estremamente affascinante e coinvolgente come solo una band norvegese saprebbe fare. Per la prima volta vedo un gruppo avvicinarsi e sfiorare l'alta qualità dell'ultimo capolavoro degli Arcturus, per esempio, lasciando da parte ogni velleità industriale e anche quasi tutti gli ultimi retaggi della nera fiamma, quali blast beat e plettrati a velocità folli. I Grand Alchemist si adagiano su tempi sempre medi e moderati, in cui dimostrano alla prima prova ufficiale di avere una grande maturità nel songwriting e soprattutto una grande classe nell'infarcire le canzoni di arrangiamenti, cambi di tempo, riff sognanti, cori gotici, intermezzi delicati e altre finezze che fanno di questo "Intervening Coma-Celebration" un album consigliato praticamente a tutti! Mi hanno molto colpito le ottime prestazioni dei due chitarristi e del tastierista, due braccia rubate agli Old Man's Child, che sa esattamente quando intervenire, quando scomparire in sottofondo e quando sbatterci in faccia la melodia ad effetto di fronte alla quale non posso che inchinarmi, come ad esempio nella seconda traccia. Proprio la citata "A Nailed Visual Effect" è la migliore presentazione per questa band rivelazione, visto che contiene ogni ingrediente dell'album mostrando in circa cinque minuti tutta la qualità del combo scandinavo. Di difetti in questo album faccio proprio fatica a trovarne: anzi, più mi sforzo e più mi viene voglia di riascoltarlo. Complimenti allora ai Grand Alchemist e speriamo che nello stantio mondo del black sinfonico qualcosa di nuovo si stia finalmente muovendo... e che non siano di nuovo i Dimmu Borgir!
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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