Qualche appassionato di hard-rock melodico deve aver trovato una sorta di novella “lampada di Aladino”, deve averla strofinata e invece del “solito” genio da essa devono essere usciti Chris Lausmann (Bonfire, Jaded Heart) e Michael Voss (Mad Max, Casanova).
Uno dei tre desideri disponibili sarà stato sicuramente dedicato alle migliori “Voci Del Rock”, che una volta realizzato si è presentato con le fattezze di questo splendido dischetto ottico.
Non so spiegare, se non con questa ricostruzione un “po’” fantasiosa, l’essenza di questo progetto a nome Voices Of Rock, in cui gli esperti musici/compositori/produttori tedeschi sono riusciti a radunare sotto un unico “tetto” una discreta fetta de “la crème de la crème” delle laringi del settore, coadiuvate, oltre che dai due ideatori, anche dalle chitarre di Angel G. Schleifer e da quelle dell’onnipresente Tommy Denander, nonchè dalle bacchette di Bertram Engel, a svolgere egregiamente il loro lavoro di “comprimari”, forti d’esperienza e curriculum di pregio.
Eh sì, perché quando il microfono è gestito da gente del calibro di James Christian, Jean Beauvoir, Terry Brock, Dan Reed, Johnny Gioeli, Harry Hess, Göran Edman, Robin Beck, Steve Overland e Gary Barden (se Vi devo spiegare il palmares di questi campioni della fonazione modulata, forse state leggendo la recensione sbagliata!), è inevitabile che siano loro i protagonisti assoluti dell’albo, sebbene sostenuti da un songwriting e una prestazione strumentale all’altezza di cotanta qualità.
Come dicevo in precedenza “MMVII” è un Cd, almeno “all’apparenza” (e poi spiegheremo il perché di tale definizione!), formidabile, “stranamente” omogeneo nonostante il continuo avvicendarsi dei cantanti, pieno di momenti musicali di grande caratura ed impeccabili nel delicato equilibrio tra melodia ed energia, un Cd, insomma, da cui è bandita la noia e che i cuori (e le orecchie) dei melodic rockers gradiranno a lungo, ricavandone sempre appaganti sensazioni, dall’effetto più benefico di un qualsivoglia tipo di cardiotonico.
Non ci sono vere flessioni ed ognuno potrà decidere in autonomia quale di questi gioiellini intrisi d’emozione e nerbo stimola maggiormente il suo apparato cardio-uditivo: personalmente scelgo la cromata “Voodoo woman”, illuminata dal perfetto spettro canoro di Mr. House Of Lords James Christian, “Nightingale”, appassionante mid-tempo impreziosito da un sempre eccelso Terry Brock, l’ugola seducente di un redivivo Dan Reed alle prese con la romantica (e lievemente Waite-esque) “Over and done”, “Irresistible” con Harry Hess che fa di tutto per rendere reale il titolo del pezzo, “Slip away” rigoglioso terreno “adulto” in cui germoglia la sontuosa interpretazione di Steve Overland e “Love is blind”, ulteriore saggio di classe e competenza dell’intramontabile Gary Barden, in quanto si tratta dei brani che mentre scrivo mi “prendono” maggiormente, consapevole di “peccare” escludendo dalla menzione gli altri intriganti episodi del platter, e conscio che probabilmente tale elenco sarà diverso anche solamente dopo il prossimo ascolto, visto il cospicuo valore della “materia prima” qui disponibile.
Tanti meritati elogi, dunque, ma altresì, come annunciato qualche riga fa, alcune “perplessità” che m’impediscono di formulare una votazione finale vera e propria: anche l’AOR Heaven si è fatta contagiare dalla “moda” deleteria e inutile di accorciare le tracce dei suoi promo (sono solo tre quelle qui incluse nella loro versione completa) … speriamo che rimanga un episodio isolato per l’etichetta teutonica e che questa “epidemia” non si diffonda ulteriormente … sarebbe un peccato non riuscire più a fornire un “servizio” esaustivo (almeno ci si prova né!) per quelli che i dischi li collezionano “seriamente” e, per evitare la “bancarotta”, tentano di raccapezzarsi in un mercato ultra-congestionato e non troppo selettivo.
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