Aspettavo con ansia il nuovo lavoro dei sei svedesi essendo sempre stato un loro supporter sin dai tempi del glorioso "In A Time Of Blood And Fire" . A mio parere questi ragazzi hanno raccolto troppo poco rispetto alla indubbia qualità della loro proposta, soprattutto se pensiamo che il loro debutto uscì per la svedese Megaforce Records nel 1995, molto prima, quindi, che gli Hammerfall iniziassero la loro ben più fortunata carriera. Devo rendere merito ai Nocturnal Rites di non aver mai sbagliato un colpo da allora, infatti i successivi due album erano degli splendidi gioielli di classic metal svedese e spesso, ascoltando canzoni quali "Test Of Time" su "Tales Of Mistery...", mi tornano in mente bands ormai dimenticate come Mad Max (che comunque sono tedeschi) , Madison e Silver Mountain. Ovviamente esiste l' altro lato della medaglia, spesso i NR sono stati accusati di immobilismo e di scarsa personalità, soprattutto a causa dei loro testi rivolti principalmente all' abusato filone "spade e dragoni". Per questo sono certo che "Afterlife" lascerà di stucco sia i detrattori che i fans più accaniti. Innanzitutto c' è da registrare un importante cambio di line up: l' ottimo cantante Anders Zackrisson, vero e proprio " trademark" del gruppo, non è più della partita, il suo posto è ora occupato dal perfetto sconosciuto ( almeno a me) Jonny Lindkvist, e qui giunge la prima vera sorpresa. Non avrei mai immaginato che fosse possibile sostituire degnamente Zackrisson, evidentemente mi sbagliavo; la performance di Lindkvist è realmente da urlo e, fortunatamente, scevra di ogni velleità imitativa nei confronti del suo predecessore, per intenderci lo stile di Jonny è fortemente debitore a gente come Jeff Scott Soto,Goran Edman e addirittura Ronnie James Dio, ma con una dose di aggressività maggiore, ascoltare "Hell and Back" o "The Sign" per credere! La seconda importante novità è rappresentata dalla notevole svolta stilistica del sestetto, ed è su questo punto che i detrattori devono fermarsi con attenzione, "Afterlife", infatti, suona decisamente più potente e più "sperimentale" (mi fermerò meglio dopo sul significato di questa affermazione) della precedente discografia dei NR, a partire dalla energica produzione e dalla scelta del gruppo di abbassare l' accordatura di cinque semitoni tramite l' utilizzo della sette corde ( praticamente la stessa tonalità di bands come Machine Head e Slipknot). Questo non vuol dire che improvvisamente i NR si siano comprati sei tute Adidas e abbiano iniziato a danzare breakdance per strada, lo stile resta sempre lo stesso e se avete apprezzato i loro precedenti lavori non resterete delusi da questo disco, si è semplicemente verificata una notevole maturazione sia a livello di songwriting che di testi ed un deciso indurimento del suono. Le sperimentazioni di cui parlavo prima sono rappresentate da curiose soluzioni come l' uso di un effetto di tremolo decisamente esagerato su alcuni solos, l' esecuzione alcune parti pianistiche con un suono volutamente saturo e, più palese fra tutti, l' inserimento dai alcuni rumori elettronici nelle pause e durante i pezzi stessi ( sfido chiunque a non rimanere più che sorpreso dalla maniera in cui finisce "The Sinners Cross" ) . In ogni caso queste innovazioni vanno mai a comporre lo scheletro dei brani limitandosi solamente ad arricchirne lo spettro sonoro, quindi anche i più "Defender" fra di voi non dovrebbero venirne disturbati in maniera particolare mentre coloro che non erano mai stati colpiti dai NR potrebbero trarne nuovi motivi d' interesse. Veramente spaventosa in questo senso risulta essere "The Sign", brano di una rara potenza che difficilmente mi sarei aspettato da questi ragazzi,mentre a stendere un ponte con il passato ci pensano canzoni come "Wake Up Dead", "Sacrifice" e "Temple Of The Dead" , influenzate parecchio dal materiale più recente di Malmsteen. Brani quali "The Sinners Cross" ed "Hell And Back" dimostrano come il gusto tipicamente svedese per la melodia, sempre presente in dose massicce nella musica dei NR, possa essere perfettamente coniugato con riffs decisamente pesanti ed oscuri.
Probabilmente "Afterlife" scatenerà qualche polemica ed effettivamente si tratta di un passo coraggioso per la band che, invece di continuare in una direzione forse più in linea con il trend odierno, ha preferito sperimentare soluzioni più aggressive ed oscure, d' altronde la volontà di cambiamento dei NR si era potuta già intravedere nelle dichiarazioni rilasciate prima dell' uscita di questo disco. Dal canto mio, essendo io stesso un musicista, posso comprendere appieno le intenzioni dei NR, quando a volte ci si sente relegati in un ruolo che non è più attuale, è sempre meglio agire in conformità con le proprie esigenze artistiche piuttosto che andarsi ad impantanare in uno squallido tentativo di riproporre ciò che il pubblico si aspetta da te. I sei svedesi sono riusciti a regalarci un album che riesce ad essere innovativo e coerente allo stesso tempo, ve lo assicura una persona che, come ho già scritto sopra, ha letteralmente idolatrato tutti i precedenti lavori di questa band. Credo proprio che Il posto che "Afterlife" si è conquistato nel mio stereo difficilmente sarà lasciato vacante prima di qualche mese.
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