Niente male questi Mess Age, band polacca all'esordio dopo l'uscita di tre demo e un'interessante attività live in patria di supporto a band conterranee del calibro di Vader, Decapitated e Trauma. A differenza delle band citate, il gruppo si discosta da quella classica matrice death metal di stampo statunitense, che rappresenta sostanzialmente un marchio di fabbrica della scena estrema di quella zona, per avventurarsi in un death thrash più personale, ispirato alla scena svedese ma attento anche alle produzioni di fine anni ottanta di combo quali ad esempio i Forbidden. "Self Convicted" presenta una succosa carrellata di riffs taglienti alternati a passaggi old syle, rivisitati in un'ottica più violenta ed attuale, ma spesso venata da un sottile retrogusto Bay Area che si sposa perfettamente con una produzione finalmente non glaciale e asettica ma cupa e saturata dall'irruenza avvolgente di un basso che si presenta sempre in primo piano. Bastano 30 secondi dell'iniziale "Among The Empy Walls" per rendersi conto di quanto i Mess Age prendano le distanze dal movimento scandinavo, pur senza rinnegarlo totalmente, come dimostrato dall'irruenta e nervosa "The Existance Door". Anche l'aspetto più squisitamente tecnico è stato curato con attenzione, mentre si rivela assai convincente la prestazione vocale di Raaf, che si ispira chiaramente al Johan Edlund dei Tiamat di "Clouds" anche nell'uso dei cori. In sostanza "Self Convicted" è un disco fresco, che non stanca dopo pochi ascolti e che sa proporre finalmente qualcosa di diverso. Date una possibilità ai Mess Age, se la meritano!!!
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