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So drink to forget and drown all your sorrow, bury your dreams, choose mind refinery"
Non si può’ iniziare a parlare di Amok senza citare
l'inno di tutti gli alcolisti del mondo!!
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Nepenthe" è “
Amok” senza pero’ che questo album si esaurisca nel suo singolo piu’ famoso, anche perché per me, alla fine, "Nepenthe" un difetto ce l’ha, cioè la sua durata limitata…mi lascia sempre senza fiato, come un’emozione bellissima ma lasciata a metà…
L’arpeggio iniziale e le tastiere di sottofondo sono da applausi a scena aperta.
Nel suo complesso “Amok” è l’album che getta il seme per i futuri album dei
Sentenced: l’allontanamento dal Death Metal è alle porte, e solo la voce di Taneli li tiene ormai aggrappati alle loro origini. Ma Amok è anche e soprattutto il disco che segna la svolta nei testi (scritti da Taneli Jarva e Sami Lopakka) che iniziano a trasmettere quella disperazione e quella malinconia con una capacità “empatica” che solo i nostri 4 selfkillers sono riusciti a trasmettere.
Altra gemme da ascoltare sono : "Phoenix" e “"The Golden Stream Of Lapland" una canzone strumentale che negli ultimi due minuti sprigiona una forza incredidibile grazie anche ad un Vesa Ranta in stato di grazia.
Amok è “tante cose”, ed è anche il disco d’addio di Tanelli, il quale ci lascia un bellissimo testamento di quarantacinque minuti in cui raggiunge il massimo delle bellezza vocale con dei picchi di bravura difficilmente ripetibili.
Amok chiude un’era ma ne apre un’altra, e apre soprattutto le porte a lui: signore e signori…entra in scena
VILLE IL GRANDE!!