Heavy metal non è sempre sinonimo d'Inghilterra. A testimonianza di ciò si pongono le 9 tracce contenute nell'omonimo debutto degli statunitensi Metal Church.
L’apertura del disco affidata a “Beyond The Black”, catapulta immediatamente l’orecchio in un universo fatto di splendidi quanto essenziali arpeggi introduttivi, una sezione ritmica da infarto con batteria e chitarre che si rincorrono e compenetrano a vicenda e la voce di David Wayne, dotata di un timbro così caratteristico da diventare il tratto distintivo del gruppo e capace di fornire momenti di pura emozione.
Col proseguo dei brani non si fa altro che cementare le fulminanti sensazioni accarezzate nel pezzo d’apertura. I Metal Church sono degli autentici schiaccia sassi, forgiatori di un suono compatto e tagliente come una lama acuminata, che spesso e volentieri strizza l’occhio alla migliore tradizione speed metal americana.
In queste condizioni, giungere a fine disco è un autentico piacere! Infatti, anche ponendosi all’ascolto con spirito totalmente critico, non si trovano appigli attraverso cui muovere rimostranze ad un lavoro che a tutti gli effetti non ha punti deboli.
Meritevole di citazione la chiusura dell’album, che come accadeva spesso in quegli anni è affidata ad una cover. Si tratta di “Highway Star” dei Deep Purple eseguita con tale perizia e personalità da essere facilmente scambiata per un pezzo proprio dei Church.
Inutile spendere altre parole, dischi di questo calibro vanno necessariamente acquistati ed ascoltati con la massima attenzione, il coinvolgimento verrà da se.
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