Molto poco hard, ma tanto rock questo omonimo debutto degli On the Rise, fuori per la solita Frontiers, che in barba a tutto e tutti continua a sfornare piccole gemme per veri appassionati. Rock e melodie d'alta scuola, certamente poco originali, ma dal grande feeling, per una band che viaggia trasversalmente e che prende un po' da Toto e Journey aggiungendo quel pizzico di commerciale con una voce e linee melodiche qua e là vicine al Bon Jovi dei tempi migliori (come in "Lift you Up", per esempio). In questa direzione da il suo netto contributo anche la produzione, indubbiamente patinata, in cui le chitarre restano forse troppo sullo sfondo senza mai graffiare come si deve. Tecnica ineccepibile e ottimo feeling, specialmente per quanto riguarda la sezione ritmica, trascinata alla grande da Zsolt Meszaros alla batteria e Jan Martin Kleveland al basso; non da meno certo il duo Eide/Lyngboe, le veri menti che si nascondono dietro al monicker On the Rise. Per nulla altalenante, questo debutto non segna il benché minimo calo qualitativo; dalla toccante "Memories Forever" alla rocciosa "Running in the Night", con il suo groove e le sue tinte retrò, gli On the Rise non sbagliano un colpo, centrando quattordici tracce di rock melodico come non se ne sentiva da tempo. Niente di nuovo sotto i ponti, ma indubbiamente un album piacevole che riesce a trascinare con sé l'ascoltatore in un vortice intenso di passioni; brillanti, catchy e tecnicamente eccellenti, questi "On the Rise" meritano di essere segnati nella lista dei prossimi ascolti obbligati.
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