C'è chi storcerà il naso ascoltando questo album, ma penso che sia una cosa normale ed in un certo senso naturale.
Perchè vi chiederete voi...semplice, questo album è un all star album che comunque aggiunge nulla di nuovo al panorama Gothic Metal. Allora perchè dare un voto del genere?
Ancora più semplice la risposta... perchè è veramente fatto bene, un concentrato di Gothic Metal come Dio comanda e perchè così tante voci femminili tutte insieme non si erano mai sentite. Accanto all'ottima singer, diciamo resident, Charlotte Wessels (ex-To Elysium) troviamo niente poco di meno che Liv Kristine (ex-Theatre of Tragedy, Leaves' Eyes) e Sharon den Adel (Within Temptation), ovvero praticamente il TOP assoluto delle female vocals...ma non finisce qua, in quanto gli altri guest non sono da meno: Marko Hielata (Nightwish, Tarot) al basso e voci pulite, Jan Yrlund (ex-Lacrimosa) e Ad Sluyter (Epica) alle chitarre, Arien van Weezenbeek (God Dethroned) alla batteria e ancora dagli Orphanage George Oosthoek (qualche growl qua e là, ma dannatamente efficaci, vedi 'Silhouette Of A Dancer', ma soprattutto 'Pristine' e la anthemica 'Deep Frozen') e Guus Eikens ancora alla 6 corde. Il Mastermind di tutto ciò? Martijn Westerholt, ex tastierista di Within Temptation.
Il gioco è praticamente già fatto.
Ma in realtà come si presenta un dischetto del genere?
Come avrete capito il sound è Gothic Metal a carattere sinfonico (come potrebbe essere altrimenti?), molto vicino al classico trademark di Nightwish (il modo di cantare di Marko Hielata è inconfondibile e songs come 'No Compliance', 'Daylight Lucidity' e 'A Day For A Ghost' fotografano in maniera impressionante il nuovo corso della band finlandese) e le composizioni, anche se come detto aggiungono nulla al genere, risultano veramente studiate e patinate, in cui l'aspetto fondamentale è sempre quello della delicatezza, anche nelle parti più metallose e pestate. Il risultato finale è molto gradevole e mai sopra le righe... anzi ad essere sincero 'Lucidity' sembra una sorta di tributo al Gothic Metal, senza troppe pretese di essere il disco del secolo. Certo è che con tutte queste stars del gotico la domanda sorge spontanea...il progetto Delain nasce per spremere la vacca finché ancora grassa o può avere un fine proprio? Mah, la risposta non è data da sapere, ma ascoltando queste 12 tracce si può benissimo mettere da parte questo pensiero e godere di un platter bello, fatto bene e prodotto come si deve.
Adattissimo per tutti i fans della prima era (ah, come mancano i Theatre Of Tragedy degli albori), per i fans del 2000 e per coloro che attualmente han voglia di ascoltare un album veramente coinvolgente e convincente...l'importante, come detto, è non porsi domande.
Delain, il Gothic Metal che ama se stesso.
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