A distanza di ben tre anni di distanza dall’apprezzato “Awakening The World” la band più criptica della Svezia, da antologia gli pseudonimi usati dai componenti, torna a deliziarci con il suo epic/speed metal di ottima fattura non eccessivamente cambiato durante questa lunga pausa. “A Flame To The Ground Beneath” sviluppa e migliora il sound maestoso ed epico che nel precedente disco passava da momenti di innegabile interesse a partiture a tratti confusionarie.; ancora una volta, oltre all’innegabile tecnica individuale, ciò che caratterizza il sound dei Lost Horizon è l’ottimo uso delle melodie, particolarmente convincente nei refrain, arricchite da una prestazione vocale da incorniciare. Sugli scudi anche la performance del drummer, fantasioso e potente senza mai esigere le luci della ribalta, vera marcia in più nel corso di brani come “Lost In The Depths Of Me” e “Cry For A Restless Soul”; imponente anche il lavoro d’arrangiamento compiuto dal sestetto, mai invadente eppure estremamente completo e professionale per trattarsi di una band al secondo disco. Si passa così da sferzate al fulmicotone di chiara scuola power tedesca/scandinava a cavalcate marziali che portano alla mente i primi due lavori dei già citati Manowar; peccato per la produzione, troppo leggera e poco incisiva per il genere proposto, che spesso relega le chitarre ritmiche in sottofondo privilegiando le sfumature melodiche anche quando non ce ne sarebbe bisogno. Un plauso i Lost Horizion lo meritano soprattutto grazie alla conclusiva suite “Highlander (The One); una canzone toccante, forte di una grande intensità emotiva ed assolutamente non scontata, un po’ la summa di tutto quello che sono ora i Lost Horizon: una band preparata e tecnicamente impeccabile, ineccepibile nel songwriting e dotata di gusto. In una sola parola: supportateli!
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