Copertina 9

Info

Anno di uscita:2007
Durata:54 min.
Etichetta:Metal Blade
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. EMPIRE FALLS
  2. GALLOWS HYMN
  3. AS ROME BURNS
  4. FAILURES BURDEN
  5. HEATHEN TRIBES
  6. THE RISING TIDE
  7. TRAITORS GATE
  8. NO NATION ON THIS EARTH

Line up

  • Alan Nemtheanga: vocals
  • Ciaran MacUiliam: guitars
  • Michael O' Floinn: guitars
  • Pol MacAmlaigh: bass
  • Simon O' Laoghaire: drums

Voto medio utenti

Dopo la svolta di “The Gathering Wilderness”, uscito per Metal Blade un paio d’anni fa, i Primordial compiono il capolavoro della loro carriera, dando alle stampe questo magnifico “To the Nameless Dead”, un album di una intensità fuori dal comune, letteralmente mozzafiato e drammatico, sia per i temi trattati sia per come i Primordial sono riusciti a renderli in musica, senza perdere un briciolo della loro importanza.
Non è un disco difficile questo “To the Nameless One”, non presenta chissà quali intricate alchimie, non vede l’uso di particolari strumenti o esperimenti bizzarri, non ha bisogno di essere ascoltato decine e decine di volte per essere apprezzato a pieno.
E’ tutto qui, alla nostra portata di mano, capitolo dopo capitolo i Primordial ci portano nel loro sofferente viaggio degli eroi dimenticati, quegli eroi non celebrati, scomparsi e soffocati dall’incedere della storia, e la musica si fa corpo ed anima mentre chiudiamo gli occhi e ci lasciamo ammaliare dalle atmosfere ossessive, sulfuree e ripetitive dei Primordial, mentre il loro mentore Alan con tragicità e furore ci decanta rabbiosamente le meravigliose storie che affliggono l’umanità.
Ad oggi, l’epicità dei Primordial non ha eguali.
Tutto appare perfetto, è impossibile non ricollegarsi ai Bathory di “Blood Fire Death”, anche i ritmi sporadicamente si alzano, ricordandoci il passato black metal della band come accade in “Traitors Gate”, altalenandosi tra le emozioni che il disco ci regala, come nel caso della opener “Empire Falls”, struggente e decadente come raramente si può ascoltare.
Ogni piccolo dettaglio, dal booklet, alla produzione (a dir poco fenomenale), alla splendida copertina compone un perfetto puzzle che è semplicemente arte.
Chi scaricherà questo album senza poi acquistarlo è letteralmente un pezzente.
Black? Epic? Folk? Viking? Mah.
Il metal dei Primordial non ha più confini.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli
Sing to the slaves that Rome burns

Album straordinario, senza bisogno di effetti ultravivaci. Alan carichissimo come al solito, una prestazione veramente da brividi... "As Rome burns" è un capolavoro, ma anche le altre sono stupende. Peccato che in Italia (ma non solo) siano praticamente degli sconosciuti, anche se vedendo i dati di vendita sembra che le cose migliorino. Speriamo che passino presto in Italia, se no c'è sempre Wacken ^^

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 12 dic 2007 alle 18:16

Davvero un bel disco, anch'io non li conoscevo musicalmente, pensavo facessero qualcosa di più estremo. Un disco epico, fiero nel suo incedere, maestoso direi!!!

Inserito il 10 dic 2007 alle 00:45

Ordinato, mi deve arrivare a giorni. Comunque l'ho sentito ed è veramente bello! Grandi Primordial!

Inserito il 30 nov 2007 alle 17:43

Li ho conosciuti con questo disco... ma non posso far altro che concordare con le impressioni del Graz.... veramente un ottimo album... spero solo di vederli il prima possibile live!!!

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