Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2007
Durata:non disponibile
Etichetta:Trisol Music
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. THE BEGINNING OF THE END
  2. FEELING FASCIST?
  3. NOTHING'S SACRED
  4. HEAVEN NOW
  5. AMERICA'S A FUCKING DISEASE
  6. COMPLEX MESSIAH
  7. REPUBLIC
  8. FEAR
  9. PURE
  10. THE KIDS ARE ALL WRONG
  11. LOVE YOU TO DEATH
  12. THE PAIN LOOKS GOOD ON YOU
  13. NOTHING'S SACRED (EDIT CLUB MIX)
  14. AMERICA'S A F**KING DISEASE (EDIT)

Line up

  • Sean Brennon: vocals, guitars, bass, drums, keyboards, programming,

Voto medio utenti

London After Midnight:
- 1992: Selected Scenes from the End of the World
- 1995: Psycho Magnet
- 1998: Oddities
- 2007: Violent Acts of Beauty

Come si vede dalla discografia, gli americani LAM arrivano al quarto album a quasi 10 anni di distanza dall'amala pena discreto 'Oddities', ma soprattutto a 12 dal loro capolavoro, considerato universalmente come una pietra miliare del Gothic Rock, ovvero 'Psycho Magnet'.
Da metà degli anni '90 ad ora, Sean Brennan ha faticato molto per ritrovare il bandolo della matassa per i suoi London After Midnight, (...considerando che nel 1995 erano ne più e ne meno che una band culto...), ma alla fine il risultato direi che è ben riuscito, anche se sicuramente non si può gridare al miracolo.
'Violent Acts Of Beauty' è senza dubbio un buon dischetto, decisamente meno vellutato e più "rude" dei precedenti, ove le chitarre ed i ritmi quadrati ed ossessivi (seppur molto meno up che mid tempo) sono in bella vista. Per cercare di quadrare il cerchio, Sean si è affidato forse alle bands che più di tutte in questi 9 anni di limbo lo hanno stimolato... ascoltando l'album si possono inquadrare facilmente le influenze di Nine Inch Nails, Mortiis, Paradise Lost e soprattutto Marilyn Manson (diverse sono le songs che sembrano essere state "prese in prestito" dal Reverendo), ...un sound quindi oscuro ed elettronico, con sfumature pop e sfaccettature glommy, dotato di un songwriting spesso introverso che comunque, purtroppo, risulta come "usato", anche se un usato di tutto rispetto.
Un album che permette di lustrare il nome di London After Midnight, ma che risulta ancora troppo poco per far brillare i LAM ancora una volta nel firmamento Gothic.
Recensione a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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