Formazione calabrese al proprio esordio, i Nova Melica presentano nelle proprie file alcuni musicisti già incrociati in precedenza, dai due fondatori, Andrea Giordano (chitarrista, ex Zero Kelvin) e Massimo Elia (bassista, ex Valgrid), dal batterista Federico Occhiuzzi (ex Draconian Order) e dal tastierista Gabriele Gigliucci (Shadow Of Soul), mentre completa il gruppo il cantante Vittorio Scillari.
Spesso relegate ad un ruolo marginale, le tastiere di Gabriele Gigliucci hanno invece un gran peso nell'economia del sound dei tre pezzi che vengono a comporre "Endless Maze", per i ceselli e soprattutto per il taglio drammatico e ricco di pathos che riescono a suscitare.
Le radici musicali del gruppo affondano in un Heavy Metal tirato, dove sono evidenti influenze Thrash (la cavalcante e diretta "Endless Maze") e Death/Progressive ("A Bad Dream", rocciosa, parte bene ma poi si perde un po' per strada) ma anche quelle, meno marcate, da parte del Black Metal Sinfonico (la struttura su cui si evolve la conclusiva "Locusta", sospinta dal drumming tellurico di Federico Occhiuzzi per poi giovarsi del tocco melodico al piano di Gabriele Gigliucci).
Su tutti e tre i brani si segnala poi la caratteristica prova di Vittorio Scullari, un vocalist molto teatrale, quasi lirico anche se poco propenso alle soluzione più aggressive, forse non sempre impeccabile ma sicuramente efficace.
Come del resto è la resa complessiva di questo lavoro, dove se sono evidenti alcune incertezze ed ingenuità (sopratutto negli arrangiamenti), queste vengono ben bilanciate dal mood e dalle atmosfere darkeggianti che i Nova Melica sono riusciti ad infondere alle proprie canzoni.
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