Ed ecco il secondo demo targato Delyria, band grossetana di tutto ripsetto che già mi aveva lasciato molto soddisfatto diversi mesi fa con la prima prova della loro carriera.
Non c'è dubbio, la vena compositiva dei 5 maremmani è notevolmente esplosa, una maturità incredibilmente assunta in pochissimi mesi di distanza dal precedente lavoro che, seppur piacendomi molto sia chiaro, mi aveva lasciato un pò insoddisfatto alla fine dell'ascolto, con quella sensazione addosso di sapere che chi si è appena ascoltato è in grado tuttavia di poter dare molto di più.
Eccoci quà, i cinque pezzi filano lisci come l'olio, si parte subito con una mazzata tra capo e collo, "Engreved In A Web Of Hate" infatti è pura potenza, carica esplosiva al confine tra il Death più tenace e il Thrash più oscuro e "riffone", ai Delyria mancava anche questo, la voglia di spaccare tutto, la violenza naturale che prima veniva in qualche modo oppressa dalla voglia di farsi conoscere; I Death ormai fanno parte del loro dna e la loro influenza più marcata non fa tardi ad arrivare, "Eternal Slaves Of the Mirror" ne è la prova più inconfutabile.
La tecnica ha magnificamente trovato il posto che si meritava, gli assoli sono di impeccabile fattura e Fall, senzadubbio miglior pezzo del disco, ci da uno stupendo assaggio di quanto appena detto, i ragazzi vanno alla grande, la padronanza degli strumenti è tutta loro, la produzione davvero eccezionale in considerazione che ci troviamo davanti ad un lavoro "self made", un pò più marcate le pelli abilmente picchiate da Daniele, qualche lieve ritocchino alle asce e direi proprio che ci siamo.
La voce di Andrea è uno scream a volte contenutamente stridente a volte molto vicino a growl intensi per tenacia e struttura, il basso di Francesco un cavalleresco accompagnamento per ogni traccia che si addice molto allo stile della band e ricama tutto il lavoro fatto alla perfezione.
Ancora "Oriental Sin", forse il brano meno digeribile a causa di un songwriting più rilassato e di minor impatto, ma comunque ottimo sotto tutti i punti di vista, e Lost che fa saltare all'orecchio nelle sue parti di chitarra i primi In Flames, quelli di The Jester Race per rendere l'idea, con una raffica di assoli veramente deliziosi.
Complimenti vivissimi a tutta la band, ottimo lavoro ragazzi, adesso attendo il primo vero passo.
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