Secondo volume della “silloge” di metallo underground (con alcune bands che rinnovano la loro presenza!) compilata dall’agenzia promozionale maceratese SG Promotion, la quale consente di aggiungere un sostanzioso tassello nel vaglio dello “stato di salute” del nostro panorama musicale sotterraneo.
Ebbene, ribadendo le difficoltà di valutazione tipiche di queste soluzioni discografiche, espresse anche nella disamina del primo “tomo”, non cambia in sostanza nemmeno l’impressione generale (alla fine l’unica che può essere riferita) che si ricava dopo questo lungo ascolto, quella, cioè, di un nutrito gruppo di buoni musicisti e discreti interpreti di “genere” ai quali, però, manca ancora quella decisiva scintilla “creativa” (c’è qua e là qualche segnale positivo in questo senso, ma raramente si tratta di “illuminazioni” veramente definite e compiute!) che possa distinguerli in modo chiaro nel massificante mercato del disco attuale.
L’eterogeneità del prodotto, se da un lato acuisce i problemi di giudizio, dall’altro permette di estendere la summenzionata sensazione un po’ a tutti i generi rappresentati, e anche se per indole non disdegno affatto le riproposizioni di suoni “classici”, quando sono effettuate con rispetto e vocazione adeguata (vedasi i casi di Loadstar e Jackal – entrambi qui non troppo “fortunati” con la “tipografia”: per i primi refuso nel monicker, trasformato per l’occasione in Loudstar, per i secondi indicazione del brano sbagliato, “Black inside” al posto di “Area 51” – già incensati dal sottoscritto su queste pagine), tale carenza abbastanza diffusa di stimoli “dal basso”, comincia ad apparire ormai leggermente “preoccupante”.
Ovviamente, anche in questa situazione non mancano le preferenze personali, quelle che mi permettono di citare Delirium X Tremens (piuttosto valida la loro “Science”, esempio di un abbastanza convenzionale ma altrettanto maturo death-metal), OS.CU.RE. (crossover dai contenuti lirici fin troppo “espliciti”), Nacom (impulsi death/black conditi da stranianti tastiere), Eclipse (fedeli ai dogmi del death-thrash “moderno”), Odd Dimension (non male, benché privo di particolari “scosse”, il loro power-prog) e Stealth (volubile metal n’ roll di gradevole fattura), come nomi sicuramente interessanti dell’opera, mentre sono i Marplots, autori di un eccellente alternative metal, gli Shivan, con le loro suggestive ambientazioni gotico-barocche interrotte da veementi accelerazioni di retaggio “estremo” e i Melpein, hard-prog band dalle notevoli e peculiari capacità espressive sviluppate attraverso un fascinoso (anche se non sempre irreprensibile!) cantato femminile in madrelingua, le formazioni che ritengo maggiormente convincenti, per le quali si richiederebbe e sarebbe assai gradito un tempestivo “supplemento d’indagine” su scala più ampia.
Discorso a parte meritano, poi, i Nahui, perché il loro seducente melancholic-post-prog rock mi è irrimediabilmente entrato nel sangue dai tempi del demo “Around the shadows”.
Segnalando, infine, la presenza di special guest “fuori concorso” del calibro di Tecnophobia ed Eldritch e rinnovando, in ogni caso, il massimo apprezzamento per queste piccole ma agguerrite realtà italiane che credono ancora nella forza della musica che esce dalle nostre “cantine”, esorto altresì la SG Promotion a continuare nella sua importante attività di “ricerca”, sperando che, dopo soddisfacente tecnica e discreto gusto interpretativo si riesca a rintracciare in maniera più generosa anche quella fondamentale e caratterizzante personalità artistica.
Contatti: http://www.sgmetal.it