Ci sono voluti ben undici anni (“Building the bridge” è del 1996) prima che il “truck” più noto e autorevole dell’FM rock americano trovasse il tempo di fermarsi ancora una volta in uno studio discografico.
Nel frattempo non ha praticamente mai smesso di “correre” e diffondere dal vivo il suo incredibile “verbo”, quel fenomenale hard iper-melodico, il quale, con i suoi fondamenti acquisiti dalla tradizione rurale statunitense e senza dimenticare in ogni caso il nerbo del rock, li ha fatti diventare (con “Hi-infidelity”, diciamo, dopo gli esordi più esplicitamente bluesy e “fisici” nonché ugualmente meritevoli!) uno dei campioni “aurei” dell’AOR, capaci di unire enormi capacità artistiche ed altrettanto imponente successo commerciale.
Insomma, quando si parla di rock adulto non si possono non menzionare i REO Speedwagon, tra i pochi (con Journey, Boston, Survivor, Toto, Foreigner e Styx) ad incarnare veramente lo spirito più autentico e seminale di questa musica, per un po’ di tempo bistrattata, tacciata d’eccessiva “debolezza” (wimpy!) e d’arretratezza, ma invece talmente “forte” da saper “sopravvivere” con dignità e valore, prima cambiando magari leggermente il suo pubblico di riferimento e finendo poi, in questi anni di “recupero storico”, per interessare (speriamo, almeno!) pure le generazioni più giovani.
Ed eccoli, i signori dell’Adult Oriented Rock dell’Illinois, capitanati dal sempre eccelso Kevin Kronin, con questo nuovo “Find your own way home”, l’ennesimo lavoro (difficile trovare una pecca evidente nella loro discografia!) pieno di brani emozionanti e coinvolgenti, generoso nelle melodie, vibrante nelle sonorità delle chitarre ed impeccabile nelle soluzioni canore, in cui probabilmente non troverete una nuova “Keep on loving you”, ma che allo stesso tempo Vi riserverà momenti di sostanzioso “godimento”, a patto che siate, ovviamente, dei cultori di questi suoni dal mio punto di vista assolutamente intramontabili.
“Smilin’ in the end”, l’intrigante title-track, il singolo “I needed to fall” (ah, quelle progressioni vocali!), “Dangerous combination”, la canicolare “Lost on the road of love”, le splendide “Another lifetime” e “Everything you feel” sono, infatti, intrise di sentimento, fascino, carisma, emozione e intensità espressiva, proprio come ci si aspetta da una band di questa levatura, e cattureranno senza possibilità di scampo la mente e il cuore di chi è ancora capace di riconoscere il gusto superiore della scrittura e dell’interpretazione anche nel mare magnum delle uscite odierne.
A completare il pregevole programma troviamo quattro delizie acustiche, bonus esclusive dell’edizione europea dell’albo, registrate live a Washington DC, tra le quali emergono, per ovvie ragioni (anche “nostalgiche”) le versioni dei classici “Take it on the run” e “Ridin’ the storm out”.
Giunti, infine, a tirare le somme, “Find your own way home” non è presumibilmente un capolavoro da consegnare ai posteri e tuttavia, parafrasando un altro dei molti celebri hit dei nostri, sarà quasi impossibile “combattere” efficacemente il “feeling” che esso è in grado di profondere.
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