Ok, questa dovete proprio leggerla. Ero su in collegamento via chat col Capo (notare la maiuscola), a discutere dei cd che mi avrebbe mandato da recensire di lì a poco, quando il suddetto Capo fa:
"Oh, ma lo conosci Dug Pinnick?"
E io:
"Ma che ignorante che sei! Certo, è il bassista e cantante dei King's X!"
E lui, sbruffone:
"TU ignorante, ho scritto DUG, mica Doug! E' un altro, un tipo tosto, belle chitarre, ascolta qualcosa sul suo Myspace, ti mando il cd da recensire."
Vabbè... avevo fatto la mia figura di m***a, e mi preparavo a recensire un chitarrista/cantante texano dal nome quasi identico ad un suo famosissimo collega.
Salto temporale: passa una settimana, arriva il pacco dei cd, tra cui questo di Dug. Al momento opportuno, lo metto su e comincio ad ascoltarlo, andando o tornando dal lavoro, in macchina... E mi ritrovo a pensare "Minkia, ma questo ha la voce sputata a quella di dOug... bah..."
Morale della favola: quello che sto per recensire, signore e signori, E' il nuovo disco solista di dOUg Pinnick, cantante, bassista e mastermind dei King's X, che ha accorciato il proprio nome, reclutato Wally Farkas (Galactic Cowboys) alle chitarre, coinvolto altri ottimi musicisti, imbracciato la sei corde e creato un gran bel disco di hard rock, con buona pace di quel caprone del capo (notare la minuscola)!
Ok, bando alle ciance. "Strum sum up" ci presenta un Dug in forma strepitosa; le idee sembrano fluire naturalmente e la sua sei corde è tirata a lucido per la missione da compiere. 14 brani su disco, di cui 4 sono spalmati su due tracce ciascuno, con la caratteristica di presentare una prima parte "regolare", ed una seconda più jammata, in cui Dug ed i suoi strepitosi compagni di viaggio si lasciano andare a divagazioni musicali, ambientali, vocali. Supportato, peraltro da ottimi coristi, il disco ha quell'energia calda e un pò ruvida che è ormai un trademark del mulatto dei King's X; inconfondibile la sua voce energica, a tratti roca, spesso filtrata e distorta ad arte, per creare un arabesco sonoro davvero inimitabile.
Molte la tracce gustose, tra le quali mi sento di sottolineare
Life is what you make it, divisa nelle ormai famose due tracce, o la Zappiana
Coming Over, in cui lo 'spoken' di Dug dipinge in maniera sublime una song dai testi mai scontati, e dal ritmo trascinante nel suo incedere felpato.
Bellissimi i suoni di questo cd, nel loro NON essere troppo definiti e nel saper fondersi l'un con l'altro con naturalezza; Dug, peraltro, ha lavorato per molto tempo a questo platter, riuscendo così a non fargli fretta nel suo nascere, ed a trasferirvi sopra una generale sensazione di rilassamento, benessere, pura voglia di suonare.
Strum Sum Up, insomma, è un signor disco hard rock, molto chitarristico, molto gustoso, a volte prolisso nelle sue divagazioni, ma proprio per questo "free".
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