ATTENZIONE!! Se siete fan di Dimmu Borgir o Cradle Of Filth, delusi dalle ultime impalpabili opere dei due mostri sacri, fermatevi a leggere questa recensione perché avrete presto pane per i vostri denti!
I veronesi Riul Doamnei, a dispetto di un nome che comunica poco a parte l'attaccamento alle terre di Vlad l'impalatore, sono riusciti a ridare linfa vitale a un genere che sembrava ormai destinato a spegnersi causa cronica mancanza di idee: il black sinfonico così magistralmente interpretato dalle due band di cui sopra appena una decina d'anni fa. Intendiamoci, "Apocryphal" non inventa nulla di nuovo, anzi l'aspetto che impedisce all'album di prendere un voto ancora più elevato è proprio l'eccessiva aderenza ai canoni del genere. Prendete "Dusk And Her Embrace", aggiungete e amalgamate un po' di "Enthrone Darkness Triumphant", infine cospargete con un velo di "Death Cult Armageddon" e avrete un'idea di cosa vi aspetti durante l'ascolto. Trattandosi di un genere difficile da interpretare (non si contano più le band che hanno fatto flop ) non possiamo liquidare il tutto come 'palese copia', senza considerare la qualità intrinseca conferita dall'ottimo lavoro di questi cinque ragazzi.
Partiamo dalle vocals che spaziano tra un growling alla Shagrath e il classico screaming di Dani, esprimendosi comunque su livelli di assoluta eccellenza. Le chitarre costruiscono un tappeto sempre potente, buttandosi anche in qualche lead di ispirazione classica che non può che fare piacere. Ma la vera parte da leone le fanno ovviamente le tastiere, onnipresenti e ispirate ai massimi livelli. Una menzione va anche all'ottima sezione ritmica, in grado di dettare il tempo ma di proporsi anche in qualche divagazione senza mai perdere di vista l'obiettivo principale. E come non sottolineare la SPAVENTOSA produzione di quest'album?! Davvero non esagero nel dire che siamo ai livelli degli album citati sopra, in quanto a pulizia e potenza. Aggiungiamo l'estrema perizia esecutiva e la professionalità dei pezzi e avremo descritto uno dei migliori lavori partoriti ultimamente dalla nostra scena estrema. Penalizzato solo dalla scarsa originalità, aspetto probabilmente neanche ricercato dalla band. Fatelo vostro, perché di album così nel genere non se ne ascoltano veramente da un pezzo!
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