Mi pareva impossibile che il 2007 potesse chiudersi senza un nuovo album dei Runemagick che, puntuali come il canone televisivo della RAI o il festival di Sanremo, ogni santo anno fanno uscire un loro nuovo album.
Occasione che in effetti la band fondata nel 1990 da Nicklas Rudolfsson non si è lasciata sfuggire, anche perchè questo "Dawn of the End" è il decimo cd prodotto dalla formazione scandinava, un onorevole e prestigioso traguardo per una band di nicchia che ha non molti ma affezionatissimi sostenitori.
Tra questi c'è anche il sottoscritto che, tra alti e bassi, li segue dal debutto intitolato "The Supreme Force of Eternity", uscito nel 1998 per Century Media, che presentava una band notevolmente diversa da quella che possiamo ascoltare negli ultimi 7 anni, ovvero da quando i Runemagick sono passati alla label norvegese Aftermath e contemporaneamente hanno virato dal death tipicamente nordico degli esordi ad un death doom sempre più doom e sempre meno death, se non fosse per la voce di Nicklas che mantiene comunque uno stile piuttosto estremo.
Non si tratta in ogni caso di funeral doom come nella precedente release a titolo "Invocation of Magick,", piuttosto i Runemagick stavolta pagano un pesante dazio alle sonorità sabbathiane, ovviamente in un contesto molto estremo, sia per le atmosfere, davvero lugubri ed apocalittiche, sia per il fattore musicale che però, dopo tutti questi anni, è davvero facilmente inquadrabile sotto il profilo Runemagick, un gruppo che testardamente è riuscito a ritagliarsi un suo spazio ed una sua identità.
Peccato per la produzione, nuovamente non all'altezza dopo la più che convincente prova del precedente "Invocation of Magick", con un suono di batteria abbastanza piatto e svilente.
A livello qualitativo in questa occasione non possiamo gridare a nulla di eccelso, tuttavia quanto proposto appare in linea con le ultime uscite della band, era "Darkness Death Doom" e "On Funeral Wings" ed è comunque costituito da un death doom apprezzabile che potrebbe trovare, come del resto sta facendo da anni, un buon numero di estimatori in questa frangia decisamente limitata da un mercato sempre più ricettivo nei confronti del plastic "usa e getta" metal.
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