Mi sono avvicinato fiducioso a "Revenge Is My Name", attirato dall'accattivante copertina (realizzata da Eric Philippe), ma appena ho dato un'occhiata alla biografia allegata la speranza ha ceduto il posto alla diffidenza. Infatti, si tratta del nuovo lavoro del chitarrista Duchan Petrossi, già all'opera nei Magic Kingdom, gruppo belga con all'attivo "The Arrival", album uscito nel 1999 che non mi aveva per nulla convinto. Il colpo di grazia alle mie speranze lo ha dato poi il contenuto musicale del CD, dove Petrossi rilegge la lezione neoclassica di Yngwie Malmsteen, al quale si rifà in maniera evidente anche negli atteggiamenti e nelle pose degli scatti presenti all'interno del booklet. L'opener, "Enemy Brother Overture", è una breve rilettura di Händel, riarrangiata da Petrossi e suonata assieme ad alcuni musicisti classici, trovo strano però tutto questo impegno sia poi limitato ad un solo minuto di durata!! Per il resto dell'album rimane ben poco da dire, lunghe fughe di chitarra, credo tecnica da vendere, ma mancano completamente quegli spunti che potrebbero rendere "Revenge Is My Name" più interessante di una sterile riproposizione di cose già sentite, strasentite e fatte pure meglio, penalizzate anche da una produzione piuttosto grezza. Nemmeno i brani cantati offrono appigli per una critica positiva: la voce di Phil Letawe è monocorde, sopratutto quando sale, e neanche il guest Max Leclerq, singer dei Magic Kingdom (dai quali proviene anche il bassista Vassili Moltchanov) che canta sulla più orecchiabile "Hold The Light", cambia poi molto la situazione. Un'altra occasione persa, speriamo che Petrossi si rifaccia almeno con il secondo capitolo dei Magic Kingdom.
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