A pochissime settimane di distanza dalla pubblicazione di "Basement Demos", eccoci al già annunciato nuovo studio album ad opera del duo Gowdy/Allison.
Al di là di quanto fioca sia stata la reazione degli appassionati alla pubblicazione di un album come "Waiting For The Sun" (buona realizzazione, che però pativa essenzialmente delle imperfezioni a livello di produzione sonora ed una qualità compositiva non esattamente uniforme) continuava a permanere una certa curiosità su come la band si sarebbe orientata successivamente a seguito dell'uscita di scena di una così poco rimpiazzabile ugola quale quella di Mark Free.
Di certo una parentesi così breve ed isolata come "Waiting For The Sun" non poteva rappresentare un banco di prova effettivo e concreto.
La recentissima pubblicazione di "Basement Demos" avrebbe potuto più facilmente propiziare un ulteriore paragone pericoloso, andando a riinverdire il ricordo della prima incarnazione degli Unruly Child che furono, ma possiamo affermare che i risultati ottenuti con "UCIII" abbiano complessivamente almeno resistito all'urto.
L'album presenta undici composizioni che essenzialmente non si discostano dal classico stile a marchio Gowdy/Allison, che di certo non spingono oltre e nemmeno appaiano il picco qualitativo raggiunto dal famigerato debutto, ma che vanno a costituire una realizzazione di tutto rispetto ed un buonissimo punto di ripartenza effettivo per riprendere a pieno regime la propria produzione discografica.
Pur offrendo già una buona impressione iniziale, "UCIII" cresce col tempo e si fa apprezzare ulteriormente con ripetuti ascolti.
Gli Unruly Child sono ora un vero e proprio duo che si diverte a suonare, comporre, produrre la musica che ama e, come ammesso di recente, intenta d'ora in avanti a concentrarsi su una maggior produzione in studio, anche a discapito dell'attività live.
L'ex Magdalen Philip Bardowell, paragonato a Lou Gramm e proprio a Mark Free, è il nuovo cantante della band ed è chiamato a non sfigurare al cospetto dei suoi predecessori Mark Free e Kelly Hansen.
A tal proposito i risultati sono veramente buoni, mettendo in risalto una sorprendente interpretazione ed un ottimo gusto nella scelta di note azzeccate nei punti chiave dei brani.
Le composizioni ora rivelano una propensione zeppeliniana (da sempre punti di riferimento inamovibili di Gowdy ed Allison) leggermente più accentuata rispetto al passato, pur non variando lo stile caratteristico e gli arrangiamenti molto curati, elementi da sempre inequivocabile marchio di fabbrica della band.
Sezione ritmica e mixaggio a cura degli stessi Gowdy ed Allison, bravi nell'integrare e rendere indolore l'utilizzo di una drum machine dal buon sound ed arrangiata in modo curato. A conferma di ciò, il fatto che pochi l'abbiano ravvisata fino ad ora.
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