Gli HouseMaster nella copertina del loro secondo demo, "Il Giudice", ci ricordano subito le loro origini veneziane, peccato però che questo nuovo lavoro non registri quegli auspicati miglioramenti che era logico aspettarsi dopo il discreto esordio "I Paroni De Casa". A dispetto delle sette tracce indicate in scaletta, le vere canzoni sono cinque, dato che "Operai Edili su Marte" e "Pura Dinamite" sono dei brevi siparietti.
Bisogna quindi arrivare a "Screw You!" ed alla seguente "Duel" per ritrovare gli HouseMaster alle prese di un Thrash grezzo e veloce che guarda apertamente alla Bay Area, e, al là della scelta del cantato in italiano, sono le stesse atmosfere che caratterizzano la titletrack, "Il Giudice", che offre quelli che sono momenti migliori del disco.
Tuttavia non si va oltre alla riproposizione di schemi già consolidati, senza sussulti e spunti particolarmente interessanti, e lo stesso avviene per "Kingdom (of) Hell" dove perlomeno si alza la velocità di crociera, con le chitarre che si lanciano in roventi fughe soliste (alla Blood Beast) ma dove la prova di Pierluigi Cavazzano lascia ancora appigli a critiche. A sorpresa il cantante se la cava poi più che discretamente nella ballad conclusiva, "Good Bye, My Friends", ma si tratta di un episodio che non è in grado di spostare l’ago della bilancia, con la formazione veneta pizzicata a fare qualche passo indietro.
Ad ogni modo, subito dopo l'uscita de "Il Giudice", gli HouseMaster hanno registrato un paio di avvicendamenti in formazione, con l'ingresso del chitarrista Massimo Maiocchi e del batterista da Alessandro Barbin, due innesti che a dire del gruppo lasceranno il segno.
Sotto quindi a recuperare il terreno perduto!