Tempo di rock finlandese, tempo di ascoltare questi Day Eleven, five-piece di Tampere che prova a deliziarci con il suo secondo lavoro,
Sleepwalkers. Ciò che ci troviamo ad ascoltare, ed a cercare di metabolizzare, è un rock contaminato, muscoloso in alcuni momenti, oscuro e 'soundgardeniano' in altri, molto, mooolto Mtviano in altri ancora. Tanto da far pensare ad uno spreco di talento.
Intendiamoci, i Day Eleven hanno una buona padronanza degli strumenti, un cantante dalla voce suadente e ottantiana, da alcuni paragonato (ingiustamente, per lui) a Mike Patton, col quale, a mio avviso non ha nulla da spartire. E' un sound che strizza l'occhio un pò a tutti, dall'emo-core, all'alternative, al rock da classifica alla Goo Goo Dolls. Quello che lascia, alla fine dei tanti, ripetuti ascolti, è tuttavia una incredibile noia di fondo, come se il lavoro mancasse di una qualsivoglia scintilla di oroginalità, personalità, consapevolezza di sè. Un disco, insomma, che di sicuro ha una buona produzione ed un sound invidiabile, ma che al sottoscritto ricorda troppo da vicino quello di milioni di altre bands, flebili meteore in un cielo a volte troppo, troppo grande. E non bastano brani piacevoli come l'opener "Dissonance Fading", la potente e melodica "Blood runs thick", il primo singolo "Whenever you say you love me" a cancellare quello strano retrogusto dal palato. Consigliati precipuamente a chi cerca un sound morbido, raffinato e 'rock' nel senso più edulcorato del termine.
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