E' con il cazz...ehm...cuore in mano che lo dico, ma la nuova fatica dei romanazzi Prophilax è una vera e propria delusione: Ceppaflex e compagni infatti sembrano aver smarrito la cazzaraggine e la demenzialità che da sempre li contraddistinguono. Niente più cazzi, mignotte, froci, personaggi mitici come Marino Sumo (se si esclude una comparsata in "Stronzemon"), Dora, Sirvano, Cagatone Joe e tutti le pittoresche caricature che da oltre dieci anni popolano l'universo dei Prophilax. La band sembra essere cresciuta (mentalmente si intende), e questo "Coito Ergo Sum" vuole esserne la riprova: la quasi totalità dei pezzi infatti mette da parte le cazzate per dedicarsi a tematiche legate al sociale, in primis (e pure troppis) una feroce e continua critica al clero, perennemente accostato alla pedofilia e a una certa corruzione morale, ma anche una presa in giro delle tipiche ragazze che farebbero di tutto (ma proprio tutto!) pur di finire in televisione, passando ovviamente per la politica. Il tutto condito da parolacce e volgarità varie, come da tradizione, ma che a stento strappano un sorriso. A tentare di rincorrere i fasti del passato ci provano "Vivi e lascia chiavare", "Big Bamboo", "Ti ano", "S.P.E.R.M.A.", "Stronzemon" (ma "Mongolius" è di tutt'altra pasta), ma il confronto con un "Tronco Cionco", "Dora daccela ancora", "Dora facce na sega" è evidentemente a favore di queste ultime, se non altro perchè rappresentano quanto di meglio (?) prodotto dai Prophilax. E non basta certo una prova strumentale, che ancora una volta rimarca come, al di là delle stronzate, la band sia composta da eccellenti musicisti (Sbohr in primis, che negli ultimi anni ha decisamente metallizzato il proprio stile chitarristico) a risollevare le sorti di "Coito Ergo Sum", dal momento che i pezzi sono sì più complessi e ricercati rispetto agli esordi, ma meno immediati e scanzonati e di conseguenza meno piacevoli. Da segnalare invece il grandissimo lavoro dietro al mixer di Christian "Sventrakul" Ice, che conferma il suo immenso talento come peraltro si era potuto apprezzare su "Il quinto escremento" o sul monumentale "Analive". Da macchina spara-stronzate i Prohilax sono diventati dei veri e propri santoni, pronti a criticare (a ragione o a torto, ognuno si tenga la propria opinione) tutta la merda che invade l'Italia; ma per coloro che sono cresciuti ascoltando "Il signore delle fogne" e "Nerkiology" i Prophilax non possono non essere cinque idioti che parlano di tette, culi, fighe e cazzi vari e questo disco non può certo soddisfare la nostra fame di stronzate.
ARIDATECE I VERI PROPHILAX!!