Copertina 8,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2008
Durata:48 min.
Etichetta:Nuclear Blast
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. THE MIRROR'S TRUTH
  2. DISCONNECTED
  3. SLEEPLESS AGAIN
  4. ALIAS
  5. I'M THE HIGHWAY
  6. DELIGHT AND ANGERS
  7. MOVE THROUGH ME
  8. THE CHOSEN PESSIMIST
  9. SOBER AND IRRELEVANT
  10. CONDEMNED
  11. DRENCHED IN FEAR
  12. MARCH TO THE SHORE

Line up

  • Anders Friden: vocals
  • Jesper Stromblad: guitar
  • Bjorn Gelotte: guitar
  • Peter Iwers: bass
  • Daniel Svensson: drums

Voto medio utenti

Avvertenza: per questa recensione ho voluto provare un esperimento di schizzofrenia recensoria. É ormai noto che una sola recensione per gli In Flames non basta più essendo il pubblico stesso spaccato in due riguardo al quintetto di Goteborg. Una parte è esaltata dai "nuovi" In Flames, mentre un'altra si sente tradita dal gruppo che tanto li aveva esaltati con album come Jester Race. Per ovviare questo problema ho deciso di scrivere due recensioni distinte, una per ogni fazione; compito che alla fine mi è risultato facile visto che io stesso vado a periodi nella mia opinione riguardo a loro.

Se trovate Reroute To Remain un capolavoro continuate pure a leggere, questa è la recensione per voi. A quelli che invece lo considerano un ottimo frisbee per il vostro amico a quattro zampe - che magari, beffa delle beffe, avete pure chiamato Jotun - consiglio di leggere la recensione "gemella".

Ok, allora passiamo alle cose serie. Come sempre un nuovo album degli In Flames crea parecchia curiosità anche per il fatto che il quintetto di Goteborg è abbastanza mobile dal punto di vista stilistico e dunque non si sa mai cosa aspettarsi. A dire il vero, far capire le caratteristiche di questo A Sense Of Purpose è facilissimo visto che rappresenta il logico seguito dell'ottimo Come Clarity. Non c'è stata praticamente nessuna evoluzione stilistica e pare che il gruppo abbia trovato il proprio equilibrio. A quanto pare è finito il tempo degli eccessi fatti di elettronica e voce sofferente che avevano dominato il duo Reroute To Remain/Soundtrack To Your Escape. La formula riproposta è proprio quell'ottimo riassunto della loro carriera in cui gli elementi portatori di modernità non vengono del tutto abbandonati ma vengono relegati al ruolo, a mio avviso più consono, di abbellimento.

Le canzoni hanno tutte una struttura immediata e ognuna di esse può essere vista come un puzzle che il gruppo compone con i vari tipi di riff che rappresentano il loro classico bagaglio musicale. Si avranno cosi canzoni con intro e verse up tempo e il ritornello che squarcia il muro sonoro con la sua ariosità e la sua melodia, canzoni che saranno il negativo di questa, e tutte le vie di mezzo che si possono facilmente immaginare. Vi sono anche riff che ricordano il periodo Colony/Clayman ma si sentono parecchi richiami al riffing di Reroute To Remain. Insomma è davvero un riassunto in cui sfoderano tutti i loro talenti. L'elettronica viene sfruttata per interventi sporadici atti a rafforzare la componente melodica mentre le strofe cantate con voce sofferente sono totalmente bandite. La voce clean viene sfruttata solo per alcuni dei ritornelli più ruffiani. Insomma, proprio come su Come Clarity.
Questo discorso vale per tutte le canzoni meno una: The Chosen Pessimist. Con i suoi ben otto minuti (!!!) di lunghezza risulta una novità quasi assoluta per il gruppo svedese. Quasi assoluta perchè risulta comunque l'estremizzazione del filone inaugurato da Metaphor su Reroute To Remain e proseguito con Evil In The Closet e Come Clarity. Con le sue atmosfere fortemente intimiste risulta la parentesi emotiva dell'album e, tinta di post rock, si libera dei residui convenzionali delle sue antenate privandosi della forma canzone powerballadesca in favore di un lungo crescendo senza vera e propria struttura. Esperimento riuscito direi, grazie a un Friden in stato di grazia che esegue linee vocali cariche di pathos. Poca voce pulita e sofferente nell'album dicevo prima, ma usata molto bene.

Sul fronte delle canzoni più convenzionali non ci si può proprio lamentare. Ognuna porta il classico marchio di fabbrica dei cinque svedesi ed è di altissima qualità. Riff tagliente o cadenzato che sia, niente colpisce a vuoto. Se proprio si vuole trovare un difetto in tuttò ciò è la tracklist, che mette per prime le canzoni che, come il singolo apripista The Mirror's Truth, sanno troppo di compitino svolto. A parte questo piccolo particolare, in tutto questo ben di dio è difficile dire quali sono le canzoni che risaltano di più. Si ha l'anthemica Alias, che si concede addirittura un intermezzo in puro stile Pallar Anders Visa; l'ottima Move Through Me piena di groove; l'energicissima Sober And Irrilevant e la splendida I'm The Highway che sembra scritta apposta per essere eseguita live con il suo ritornello ruffiano ma coivolgente. Insomma non ci si può proprio lamentare.

Questo nono full lenght infiammato non delude per niente puntando sui loro punti di forza quali il gusto per le melodie ottimamente unito a un'aggressività travolgente.
Un'uscita che soddisferà perfettamente gli amanti degli In Flames post-Whoracle, dunque se fate parte di questo gruppo buttatevici a pesce consci che la cosa che vi piacerà di meno è la copertina (che, per inciso, è una delle più orride della storia della nostra amata musica).
Recensione a cura di Massimiliano 'Maxowar' Barbieri
Occasione persa

Ho ascoltato il disco su MySpace e devo dire che va di pari passo con la copertina: una cagata pazzesca. Fino a "The chosen pessimist"( veramente brutta e noiosa e con un arpeggio da scuola elementare ) non mi ero neanche accorto che era cambiata la canzone. Mi ero fermato all'acquisto di "Clayman" e devo ammettere che ho fatto bene. La Svezia ci offre di meglio che questi ultimi In Flames. Bocciati !!!

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 27 apr 2009 alle 19:59

mi è ppiaciuto molto questo disco...gli darei un 8

Inserito il 19 mag 2008 alle 10:25

grandissimo disco, l'evoluzione stilistica continua...8.5 assicurato!

Inserito il 29 mar 2008 alle 12:34

Secondo me è un buon album che obiettivamente non presenta nulla di innovativo.Ma il fatto che sia "easy-listening" oppure "commerciale" non è così drammatico...C'è molto di peggio in giro!!!Comunque sia:promossi!!!

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