Quasi tre anni di attesa per il nuovo capitolo dei Brainstorm, band tedesca che taglia il traguardo del settimo album, dopo un inizio buono ma in sordina che si è concluso con il momento del passaggio nel 2000 alla Metal Blade, contemporaneamente all'ingresso in formazione del carismatico singer Andy Franck che ha portato la formazione teutonica su territori decisamente più importanti, fino a quel "Liquid Monster" che senza dubbio, nel 2005, ha consacrato la band come una delle migliori in ambito power/thrash.
Tre anni di attesa dicevamo, forse il tempo necessario per superare quel piccolo gioiello e dare ai fans qualcosa di ancora migliore, ma si sa che bissare un capolavoro è sempre impresa disperata ed i paragoni con il recente passato sono sempre lì a rovinare l'atmosfera di festa.
Proprio per questo è inutile girarci intorno: "Downburst" è decisamente un buon disco, anche perchè difficilmente i Brainstorm hanno sfornato qualcosa di poco valido nell'arco della propria carriera, ma il passo indietro c'è stato eccome e si è tornati in quel limbo precendente a "Liquid Monster", ovvero di una band che sa il fatto suo, che è valida, che propone dell'ottimo metal ma che non è mai riuscita a compiere il superlativo salto di qualità.
Almeno fino al già citato "Liquid Monster".
Che differenze ci sono tra questi due ultimi dischi?
A nostro parere si può parlare solo di ispirazione. La direzione musicale della band è la medesima di sempre, i suoi membri sono oltremodo affiatati e tecnicamente validi, la produzione (di Sascha Paeth, sinonimo di garanzia) è praticamente perfetta e, anche guardando il lato prettamente "industriale" del tutto, ovvero il confezionamento ed il booklet, non si può che ringraziare la band e la Metal Blade del lavoro svolto.
I brani semplicemente, pur essendo all'altezza, non hanno lo stesso sprint del predecessore, può capitare, non sempre ci si può esprimere al meglio.
Quindi bando ai rimpianti e godiamoci un disco che in ogni caso non deluderà nessun fan già acquisito dei Brainstorm, un concentrato perlopiù di mid-tempos granitici e cadenzati che dal vivo promettono faville e che hanno l'unica colpa di non presentare alcun brano sopra le righe o con un certo appeal in più.