Non sapevo cosa aspettarmi dai Cavalera Conspiracy, dopo le deludenti carriere rispettive di Max e Igor, uno con i Soulfly e l'altro con la pallida copia modernista dei Sepultura che furono.
Forse tutto tranne che un ritorno tanto palese al sound dei primissimi anni '90, prima ancora del boom commerciale e di un album controverso quale "Roots".
Già, perchè questo "Inflikted", che ci ripresenta per la prima volta i due fratelli Cavalera assieme a distanza di 12 anni dal famoso split, è un clamoroso ritorno ai riffing di Arise, alle velocità di quegli anni, ma con una vesta riammodernata nella produzione e negli arrangiamenti. Compaiono gli assoli (anche se forse era meglio il contrario, ad essere sinceri), la produzione si ingrossa, il muro di chitarre si alza poderoso e sotto ad una sezione rtmica schiacciasassi si innestano quei passaggi di lead tipicamente made-in-Sepultura che caratterizzarono "Chaos A.D."
L'inizio è da brividi: come Max parte a cantare non si può rimanere impassibili. "Sanctuary" è un brano di Arise, non ci sono dubbi. L'hardcore di "Nevertrust" è di "Chaos A.D.".
"Inflikted" scorre via trascinandosi dietro tutto, con la sua inaudita potenza e quel suo fascino che inevitabilmente ammalia chi con i Sepultura di una volta ci è cresciuto ed ha vissuto con disappunto tutto quanto successo dal 1996 in avanti.
Di pecche ce ne sono, se cerchiamo di mettere da parte un attimo il coinvolgimento emotivo. Innanzitutto non tutto il disco è davvero indimenticabile... alcune canzoni oggettivamente sono scialbe e gli episodi davvero trascinanti sono circa una manciata. In secondo luogo Igor Cavalera c'è, suona, è bello vedere il suo nome e saperlo dietro le pelli ma... questo trigger non rende giustizia ad un batterista che non ha mai brillato per tecnica o precisione, ma che ha sempre avuto gusto e stile unici e inconfondibili.
"Inflikted" soddifa, è un bel pugno nello stomaco, e fortunatamente nulla a a che fare con Soulfly e gli ultimi Sepultura; certo, poteva essere meglio, ma in fondo ben miscela quel riffing thrash-death brasiliano che davamo per disperso ad una veste attuale, creando un muro sonoro non indifferente. Di sicuro è il disco che cancella un pezzo di "Roots" e riparte dal 1993, con un buco temporale di 15 anni, e questa cosa sicuramente non può che fare felici tanti fans della vecchia guardia, me compreso.